La Somalia potrebbe “sostenere i ribelli” in Etiopia se quest’ultima non fermerà il suo intervento in territorio somalo. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri della Somalia, Ahmed Moalim Fiqi, intervenendo a un programma del canale televisivo nazionale “Universal Tv”. Lo riferisce su X la stessa emittente somala, aggiungendo al post un video con le dichiarazioni del ministro sulla possibilità di un aiuto agli oppositori di quello che definisce il “regime” di Addis Abeba. Riprendendo la notizia, il sito di informazione “Garowe Online” somalo sottolinea che le parole pronunciate pubblicamente da Fiqi segnano “un’escalation significativa nelle tensioni regionali del Corno d’Africa”. La crisi diplomatica tra Somalia ed Etiopia ha avuto la sua causa scatenante nel controverso memorandum d'intesa siglato lo scorso primo gennaio dal governo di Addis Abeba con le autorità del Somaliland per ottenere l'accesso al Mar Rosso attraverso la concessione del porto di Hargheisa, in cambio del riconoscimento dell’indipendenza dell’autoproclamata Repubblica. La situazione si è aggravata il mese scorso quando, in occasione della visita del presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud al Cairo, in Egitto, è stato siglato un accordo di cooperazione in base al quale un totale di 10 mila militari egiziani saranno inviati in Somalia: metà (5 mila) integrati nella Missione di supporto e stabilizzazione dell'Unione africana in Somalia (Aussom) – che dal primo gennaio 2025 subentrerà alla Missione di transizione dell’Unione Africana in Somalia (Atmis) – e altrettanti dispiegati su intesa bilaterale. La risposta etiope, annunciata con un comunicato di fuoco diffuso l'indomani dell'arrivo a Mogadiscio dei primi militari egiziani che saranno dispiegati negli Stati regionali di Hirshabelle, del Sudovest e di Galmudug, è arrivata dapprima con lo schieramento di veicoli blindati e centinaia di uomini al confine con la Somalia, in seguito con il sequestro di alcuni aeroporti chiave nella regione somala di Ghedo, tra cui quelli di Luq, Dolow e Bardere, nel tentativo di impedire il possibile trasporto aereo di truppe egiziane nella zona. Gli scali costituiscono gli unici punti di accesso alle città nella regione di Ghedo, dal momento che le principali arterie stradali sono controllate dal gruppo jihadista Al Shabaab.
(Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Commenti