Inizia oggi la campagna elettorale in Tunisia per le elezioni presidenziali previste il prossimo 6 ottobre. Secondo il calendario pubblicato dall'Alta autorità indipendente per le elezioni (Isie), la campagna durerà 21 giorni, fino alla mezzanotte del 4 ottobre, momento in cui inizierà il silenzio elettorale. Nel caso di un secondo turno, la campagna riprenderà il giorno successivo alla pubblicazione dei risultati finali del primo turno.- Tre i candidati in lizza: il presidente uscente Kais Saied, Zuhair Maghzaoui, ex parlamentare e segretario generale del Movimento Popolare, e Ayachi Zammel, ingegnere chimico e fondatore del movimento Azimoun. Zammel, però, è attualmente in custodia cautelare per presunta falsificazione di firme e altre accuse legate alla sua candidatura. Se venisse riconosciuto colpevole di influenzare gli elettori attraverso donazioni, potrebbe essere escluso dalla corsa elettorale, come stabilito dall'articolo 161 della legge elettorale. L'Isie ha già reso noto il modello della scheda elettorale e stabilito le regole di trasparenza e neutralità durante la campagna, con specifici divieti per garantire un processo equo. Tra queste misure, è proibito pubblicare sondaggi politici fino all'annuncio ufficiale dei risultati. La Banca Centrale della Tunisia ha inoltre diramato una circolare riguardante i conti elettorali dei candidati, specificando le modalità di finanziamento e vietando qualsiasi contributo da parte di enti o persone fisiche straniere.- Nonostante l'avvio della campagna, il clima nel Paese appare segnato da un certo disinteresse e preoccupazione per possibili reazioni dell'opposizione o tentativi di sabotaggio. Ieri, manifestazioni a Tunisi hanno visto centinaia di persone, tra attivisti e membri della società civile, protestare per la difesa dei diritti e delle libertà, chiedendo la cancellazione di decreti considerati repressivi, come l'articolo 54 che disciplina i crimini sui mezzi di informazione. Negli ultimi giorni, inoltre, le autorità tunisine hanno arrestato decine di attivisti, tra cui membri del movimento islamista Ennahda, generando ulteriori tensioni politiche nel Paese.
(Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Commenti