È entrato in vigore oggi l’accordo di cessate il fuoco nella provincia congolese del Nord Kivu tra la Repubblica democratica del Congo (Rdc) e il Ruanda, raggiunto il 30 luglio con la mediazione dell’Angola. Le prospettive di pace sono comunque incerte dopo due anni e mezzo di feroci combattimenti tra fazioni. Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha auspicato che l’iniziativa contribuisca a portare a una “de-escalation delle tensioni” e a consentire il ritorno in sicurezza degli sfollati interni nelle loro comunità. L - L'accordo, firmato a Luanda dai ministri degli Esteri di Kinshasa, Theresé Wagner, e Kigali, Olivier Nduhungirehe, ha fatto seguito all'incontro delle delegazioni dei due Paesi, tenutosi presso la sede del ministero degli Esteri angolano alla presenza del ministro Tete Antonio. Wagner e Nduhungirehe sono stati ricevuti anche dal presidente angolano Joao Lourenco, in qualità di mediatore nel conflitto tra la Rdc e le milizie ribelli del Movimento 23 marzo (M23) sostenute dal Ruanda. Il cessate il fuoco, ha fatto sapere la presidenza angolana in una nota, sarà supervisionato dal meccanismo di verifica ad hoc rafforzato. L'annuncio è giunto appena tre giorni prima della scadenza della tregua umanitaria annunciata dagli Stati Uniti. Una tregua durata complessivamente un mese ma che è stata rispettata solo parzialmente poiché i combattimenti sono proseguiti nei territori di Masisi e Rutshuru.e precedenti tregue, ricorda l’emittente “Rfi”, non sono mai durate più di qualche settimana, esiti che inducono gli osservatori alla cautela. Gli analisti avvertono che senza una soluzione adeguata, il conflitto potrebbe dare origine a una massiccia instabilità nell’Africa centrale e orientale, mentre l’Onu denuncia livelli allarmanti di violenza contro i civili, in particolare contro donne e ragazze.- L'incontro di fine luglio ha fatto seguito alle consultazioni effettuate dalla mediazione angolana e a una prima sessione ministeriale, svoltasi anch’essa nella capitale dell’Angola il 21 marzo scorso. L’incontro, inoltre, è stato preceduto da colloqui tenuti separatamente dal presidente Lourenco con gli omologhi Felix Tshisekedi e Paul Kagame, rispettivamente nel febbraio e nel marzo di quest'anno. Il conflitto nell'est della Repubblica democratica del Congo, persiste dal 2022. L'M23, formato da combattenti di etnia tutsi ha avviato una nuova insurrezione nell'est della Rdc, afflitto dal proliferare delle milizie armate. Gli sforzi militari per respingerli si sono intensificati nell'ultimo anno con l'uso di droni e aerei. Le autorità di Kinshasa, l’Onu, gli Stati Uniti e altri governi occidentali hanno accusato il Ruanda di sostenere il gruppo, tuttavia Kigali ha sempre negato con veemenza le accuse che hanno fortemente inasprito i rapporti con il suo vicino. Secondo le stime delle Nazioni Unite, gli scontri nel Nord Kivu hanno costretto più di 1,7 milioni di persone ad abbandonare le proprie case, portando il numero totale di congolesi sfollati a causa dei molteplici conflitti alla cifra record di 7,2 milioni.
(Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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