“Tuko wengi”, “Siamo tanti” in swahili. È questo il motto delle proteste in corso in varie città del Kenya contro la bozza della legge di bilancio del governo che prevede l'introduzione di nuove tasse,
“Siamo in tanti” si riferisce al fatto che la protesta è guidata dai giovani che sono la maggioranza del Paese. L’età media in Kenya è intorno ai 19 anni mentre il 65% della popolazione ha meno di 35 anni.
Le proteste pur interessando altre città keniane, si sono concentrate nella capitale, Nairobi, dove migliaia di dimostranti hanno sfilato nelle strade principali. La polizia ha reagito sparando candelotti lacrimogeni e utilizzando i cannoni ad acqua ma un dimostrante è rimasto ucciso sembra colpito da un colpo di arma da fuoco sparato un poliziotto. Almeno 200 persone sono state fermate dalla polizia.
Il movimento di protesta intitolato “Occupy Parliament”, non sembra avere al momento una leadership precisa, ma appare fortemente caratterizzato dalla sua dimensione generazionale. Alcuni dimostranti, intervistati dai media locali e internazionali, hanno dichiarato di non volere subire le angherie del governo accettate dai loro genitori.
Le nuove tasse includono un prelievo del 2,75% sul reddito per il piano nazionale di assicurazione medica, nonché maggiori tasse sull’olio vegetale e sul carburante. Il Presidente Wulliam Ruto ha deciso di accantonare l'imposta sul valore aggiunto del 16% sul pane e la nuova tassa annuale sui veicoli a motore. I manifestanti però ritengono che gli emendamenti non siano sufficienti e chiedono che i legislatori respingano in toto il disegno di legge finanziaria. (Fonte Agenzia FIDES)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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