Il Tribunale elettorale del Brasile (Tribunal superior eleitoral, Tse), avrebbe informato che non seguirà le presidenziali in Venezuela nonostante l’invito ricevuto dal governo di Caracas. Lo riferiscono i media locali, secondo cui il Tse sarebbe stato invitato tramite il ministero degli Esteri brasiliano a inviare dei rappresentanti per unirsi alla delegazione che si recherà in Venezuela per monitorare le elezioni del 28 luglio. La notizia arriva all’indomani del veto posto dal governo venezuelano alla partecipazione di osservatori dell’Unione Europea. Rispettando uno dei punti fissati nell'Accordo di Barbados, Caracas aveva in effetti invitato la delegazione Ue, oltre a quella degli osservatori del Centro carter e il Panel degli esperti elettorali delle Nazioni Unite, arrivando - ad aprile - ad effettuare anche riunioni tecniche con rappresentanti dei tre gruppi. Ma la decisione di Bruxelles di revocare sanzioni ad alcune autorità venezuelane, a partire dal presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Elvis Amoroso, innescava un dibattito sul "comportamento" selettivo dei Ventisette, accusati di non aver tolto le misure coercitive a tutti i funzionari coinvolti. Amoroso, che nel periodo in cui dirigeva la Corte dei conti aveva tra le altre cose disposto l'inabilitazione di Machado alle cariche politiche, assicurava che non si sarebbe fatto "comprare" dall'eliminazione delle "misure coercitive unilaterali" e di genocidio decisa solo per lui, quando a soffrirne sono tutti i venezuelani. Toni analoghi quelli spesi dal governo, che in una nota diffusa dal ministero degli Esteri parla di "arroganza neocoloniale" dell'Ue, responsabile di una pratica "abusiva, di estorsione, che lede i diritti umani e la sovranità del Paese". L'Ue aveva già espresso profondo rammarico per la decisione "unilaterale" adottata dal Cne. In una nota diffusa nella notte, i Ventisette assicurano che "il popolo venezuelano dovrebbe poter eleggere il suo presidente con elezioni credibili, trasparenti e competitive, accompagnate da osservatori internazionali compresi quelli dell'Ue, che hanno una lunga e riconosciuta storia di missioni indipendenti e imparziali". La nota segue la decisione comunicata martedì sera da Amoroso, secondo cui la missione non era "benvenuta" nel Paese, dal momento che l'Ue, rimuovendo solo alcune delle sanzioni comminate ai funzionari venezuelani, è ritenuta responsabile del "genocidio" nei confronti del popolo, tramite danni all'economia reale di oltre 125 miliardi di dollari. "Nel rispetto degli Accordi di Barbados, firmati dalle autorità del Venezuela e dai partiti delle opposizioni, che stabilivano specificamente che l'Ue sarebbe stata invitata a osservare le elezioni, lanciamo un appello al Cne a riconsiderare la decisione", conclude la nota. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Ultimi commenti