La Federazione internazionale per i diritti umani del Mali (Fidh), gruppo che riunisce partiti politici e organizzazioni della società civile, ha presentato ricorso alla Corte suprema chiedendo di annullare il divieto imposto dalla giunta militare al potere a svolgere attività e riunioni politiche nel Paese. In un documento comune, il gruppo ha detto che si appella alla massima corte del Mali "con l'obiettivo di annullare il decreto che considerano tirannico e oppressivo". La tempistica per la revisione del ricorso da parte della Corte rimane incerta. In una dichiarazione precedente, la segretaria generale della Fidh, Drissa Traoré, ha condannato la misura imposta dalla giunta come una “restrizione dello spazio civico”. “Le autorità maliane confermano ancora una volta la loro volontà di soffocare ogni voce di dissenso e di condurre il Mali verso un regime dittatoriale senza precedenti”, ha scritto. Il Mali è guidato da una giunta militare dall’agosto 2020, quando i militari hanno deposto l'ex presidente Ibrahim Boubacar Keita in quello che è stato il primo di otto colpi di Stato avvenuti nell’Africa centrale e occidentale nell’arco di quattro anni, compresi i vicini Burkina Faso e Niger.- La sospensione dei partiti è stata comunicata lo scorso 17 aprile dal portavoce del governo Abdoulaye Maiga, il quale in una dichiarazione letta alla televisione di Stato ha annunciato i contenuti del decreto. Questo sospende fino a nuovo avviso tutte le attività dei partiti politici e delle "associazioni di carattere politico" per motivi di mantenimento dell'ordine pubblico, si legge nella nota. In seguito alla direttiva, l’Alta autorità per la comunicazione del Mali (Hac) - organo di vigilanza nel settore delle telecomunicazioni - ha a sua volta imposto agli organi stampa del Paese di sospendere la pubblicazione di informazioni relative all’attività dei partiti politici nazionali. L’annuncio è stato direttamente contestato dal principale sindacato stampa, la Maison de la Presse, che in una nota ha definito la decisione dell’Authority “illegittima”. Il sindacato ha quindi invitato i media a rimanere uniti e mobilitati per la libertà di espressione e il diritto dei cittadini all'informazione. Anche l’Unione europea ha espresso preoccupazione per la sospensione delle attività politiche di partiti e associazioni, nonché per il divieto imposto ai media di pubblicare su questi argomenti. “Preservare lo spazio per l’espressione civica e democratica è essenziale per la riconciliazione nazionale”, ha commentato in una breve nota la portavoce del Servizio per l’azione esterna e di sicurezza dell’Ue, Nabila Massrali. L’attuale giunta del Mali ha preso il potere con un secondo golpe nel 2021 e successivamente ha promesso di ripristinare il governo civile entro il 26 marzo scorso, a seguito delle elezioni del febbraio di quest'anno, tuttavia nel settembre dello scorso anno la giunta aveva annunciato il rinvio del voto per ragioni tecniche, suscitando indignazione tra i gruppi politici. Il termine di transizione del mese scorso è passato senza alcuna elezione, spingendo alcuni dei principali partiti politici e gruppi della società civile del Mali a chiedere un calendario per lo svolgimento delle elezioni.
(Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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