Nel 2013 l’ONU ha istituito la Giornata Internazionale delle Foreste e ha fissato questa celebrazione al 21 marzo. Nel 2024 il tema è “ Foreste e innovazione: nuove soluzioni per un mondo migliore”. In questo senso, l’ONU vede la tecnologia come un’alleata delle foreste e non come il loro becchino. Solo allora avremmo un’ampia gamma di discussioni che non finirebbero mai.
Pedro Casaldáliga ha una poesia che dice: “Voglio morire in piedi come un albero”. Se mantenuti nel loro stato originale, gli alberi muoiono in piedi. Abbattuti da mani umane, muoiono sdraiati. Quando vengono bruciate, le ceneri assumono la forma dell'albero. Così, un detto nordorientale dice che “un bastone che nasce storto, anche la cenere è storta”. Il detto ha un tono fatalistico, di realtà che sembrano irreparabili.
Abbiamo anche quel detto che è un principio di conoscenza: “tu puoi vedere l'albero, ma non puoi vedere la foresta”. Questa frase indica l'incapacità di molte persone di vedere la realtà nel suo insieme, concentrando il proprio ragionamento solo su elementi isolati di una realtà.
Il Brasile ha due foreste tropicali, la Foresta Atlantica e l’Amazzonia. Ne abbiamo anche altri due del tipo savana, il Cerrado e il Pantanal. Abbiamo ancora la Caatinga, unica sulla faccia della Terra ed esclusivamente brasiliana, con flora xerofila predominante. Infine abbiamo la Pampa, con vaste distese erbose, ma permeate da foreste mesofile, foreste subtropicali (in particolare Araucaria) e foreste stagionali.
Dipendiamo dalla foresta amazzonica per il suo ciclo dell’acqua elaborato dai fiumi volanti; del suo ciclo del carbonio per fissarlo nelle strutture arboree; la sua biodiversità come fornitore di cibo, essenze e medicinali; offrire riparo e vita alla sua gente; alleviare il clima a livello globale; e di tanti benefici ne godiamo, non solo per gli amazzonici, ma per tutto il Brasile, per il Cono Sud dell’America, per il clima globale del mondo. Tuttavia, vedendo solo “la soia o l’albero del bestiame”, le aziende agricole e minerarie stanno uccidendo la nostra gallina dalle uova d’oro.
Il Cerrado immagazzina le acque dei Fiumi Volanti inviati dall'Amazzonia e le distribuisce su tutto il territorio nazionale. Ma per avere falde acquifere come Bambuí, Urucuia, Guarani e altre, il Cerrado deve restare in piedi. Ma, nella visione unilaterale del modello economico, qualche capo di bestiame o qualche pianta di soia valgono ancora più di tutta la ricchezza d’acqua che il Cerrado offre all’intero popolo brasiliano.
Qui nella Caatinga stiamo sperimentando forme di riforestazione, per evitare la desertificazione della regione, che si sta trasformando da semiarida ad arida per opera dell’uomo. Della Foresta Atlantica è rimasto ben poco, il Pantanal si sta modificando e la Pampa è impoverita dall’agricoltura di mercato.
Sì, la giornata della foresta dovrebbe essere seria e portarci a molte riflessioni. Non potrebbe essere un'altra celebrazione banale come tante altre date che celebrano un giorno e dimenticano gli altri 364 giorni dell'anno!
Grato, Marianna!
Scritto da: Roberto Malvezzi | 21/03/24 a 21:07