Nel cuore del deserto sud-orientale della Libia, l’oasi di Kufra si trova ad affrontare una crescente sfida umanitaria accogliendo migliaia di sfollati provenienti dal Sudan. Abdullah Suleiman, portavoce del Consiglio municipale di Kufra, ha raccontato ad “Agenzia Nova” la difficile realtà che la piccola città-oasi sta affrontando, con ondate successive di sudanesi che cercano rifugio dalla guerra che infuria nel loro Paese. La mancanza di un meccanismo ufficiale per quantificare il numero esatto di sfollati rende difficile determinare l'entità del problema. Tuttavia, Suleiman ha confermato che si tratta di “migliaia di individui”, sparsi nelle fattorie e in alcuni edifici governativi della città. La situazione è complicata ulteriormente dal fatto che i rifugiati entrano in città in modo improvviso e disordinato, rendendo difficile per il comune gestire efficacemente questa crisi umanitaria. Il Consiglio municipale di Kufra ha lanciato un appello urgente allo Stato e alle organizzazioni internazionali per fornire assistenza fondamentale come coperte e provviste alimentari per aiutare i rifugiati. Fino a ora, l'unico sostegno proviene dalla Mezzaluna rossa, insieme a sporadiche campagne civili. Suleiman ha evidenziato che la destinazione finale degli sfollati non è Kufra, ma l’Europa, intraprendendo il rischioso viaggio verso nord con l'obiettivo di salpare dalle coste libiche verso l’Italia, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, la più letale al mondo con 2.346 vittime nel 2023. Fonti libiche confermano ad “Agenzia Nova” che attualmente non esiste un reale controllo dei confini nel triangolo tra Libia, Sudan, Ciad e Niger, né un organismo di sicurezza che monitori realmente la situazione. Non solo: vi sono indicazioni che alcune agenzie di sicurezza libiche starebbero facendo passare i migranti verso il nord della Libia, previo pagamento. Interpellato sull’argomento, Suleiman afferma di non avere “alcuna informazioni in merito”. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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