Il presidente della Commissione dell'Unione africana, Moussa Faki Mahamat, ha invitato i leader regionali a intensificare il dialogo tra la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Cedeao) e le giunte militari di Niger, Mali e Burkina Faso, che domenica scorsa hanno annunciato il loro ritiro dall'organizzazione regionale. "Il presidente della Commissione dell'Unione africana, Moussa Faki Mahamat, ha appreso, con profondo rammarico, l'annuncio del ritiro di Mali, Niger e Burkina Faso dalla Cedeao. Il presidente della Commissione dell’Unione africana chiede di unire tutti gli sforzi affinché l’unità insostituibile della Cedeao sia preservata e la solidarietà africana sia rafforzata. Il presidente della Commissione dell'Unione africana invita i leader regionali a intensificare il dialogo tra i leader della Cedeao e i tre Paesi sopra menzionati", si legge in un comunicato della Commissione, che esprime la piena disponibilità "a fornire tutto la disponibilità in suo potere per garantire il successo della logica del dialogo fraterno lontano da qualsiasi ingerenza esterna da qualsiasi parte". Domenica scorsa le giunte militari al potere Mali, Niger e Burkina Faso hanno annunciato il ritiro, con effetto immediato, dalla Cedeao. È quanto si legge in un comunicato stampa congiunto. I rispettivi leader dei tre Stati saheliani, "assumendosi tutte le loro responsabilità di fronte alla storia e rispondendo alle attese, alle preoccupazioni e alle aspirazioni delle loro popolazioni, decidono in piena sovranità il ritiro immediato del Burkina Faso, del Mali e del Niger dal sistema economico Stati comunitari dell'Africa occidentale", si legge nella dichiarazione diffusa dai media statali. Poche ore dopo l'annuncio, tuttavia, la Cedeao ha fatto sapere di non aver ricevuto notifiche formali da parte dei governi di Burkina Faso, Mali e Niger sulla loro intenzione di lasciare il blocco regionale. "La Commissione Cedeao non ha ancora ricevuto alcuna notifica formale diretta da parte dei tre Stati membri circa la loro intenzione di ritirarsi dalla Comunità", ha affermato l'organizzazione in una dichiarazione pubblicata su X, precisando che seguirà gli sviluppi e farà ulteriori annunci se le cose dovessero cambiare. "Burkina Faso, Niger e Mali rimangono membri importanti della Comunità e l'autorità (dei capi di Stato e di governo della Cedeao) resta impegnata a trovare una soluzione negoziata all'impasse politica", conclude la nota. Ieri, in un'intervista concessa a "Rfi", il ministro degli Esteri della Sierra Leone, Timothy Kabba, ha precisato che per ritirarsi dalla Comunità ogni Paese membro deve presentare una richiesta formale, che poi viene esaminata dai vertici dell'organismo nel giro di un anno, ma fino a quel momento è loro dovere continuare ad adempiere ai loro obblighi. Il ministro sierraleonese ha quindi espresso l'auspicio che i tre Paesi golpisti cambino idea e rinuncino a lasciare l'organismo regionale. Ad ogni modo, la questione sarà oggetto di un "imminente" vertice Cedeao "nel quale i leader valuteranno la situazione e troveranno la migliore soluzione". "Penso che continueremo ad essere pazienti con i nostri fratelli di Niger, Mali e Burkina Faso per trovare una soluzione all'impasse politica nella quale si trovano questi Paesi", ha aggiunto Kabba. I tre Paesi, che rappresentano geograficamente più della metà della superficie Cedeao e il 15 per cento della sua popolazione, sono oggetto di sanzioni della Cedeao dopo i colpi di Stato condotti in Mali nel 2020, in Burkina Faso nel 2022 e in Niger nel 2023, che li hanno progressivamente spinti verso l'orbita russa e, parallelamente, allontanati dalla Cedeao e dall'influenza occidentale, in particolare dalla Francia. Tale allontanamento è stato ufficialmente sancito lo scorso 16 settembre, quando le stesse giunte militari di Mali, Niger e Burkina Faso si sono riunite nell'Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), iniziativa militare ma anche diplomatica che intende garantire indipendenza ai tre Paesi rispetto ad organismi regionali o internazionali. Di recente i ministri degli Esteri dei tre Paesi, riuniti a Bamako, hanno dato forma compiuta a questa coalizione, dandole una dimensione politica e diplomatica. Le tre parti, si legge nel comunicato congiunto diffuso al termine della riunione, stanno lavorando all'adozione di protocolli aggiuntivi, all'istituzione di organi istituzionali e giuridici dell'Alleanza e alla "definizione delle misure politiche e del coordinamento diplomatico". (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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