In Senegal 27 organizzazioni non governative hanno chiesto la riforma della procedura di richiesta dei visti francesi, britannici, canadesi, sudafricani e spagnoli, denunciando una presunta iniquità nel trattamento delle richieste tra i Paesi del Nord e quelli del Sud, ma soprattutto l'esternalizzazione di tali richieste da parte degli Stati e l'instaurazione di un vero e proprio traffico di appuntamenti. Lo riferisce l'emittente "Rfi". In una lettera indirizzata a cinque ambasciate europee, ma anche a quelle del Sudafrica o degli Stati Uniti, i firmatari denunciano un vero e proprio percorso a ostacoli, del tutto opaco, per ottenere il visto. L'obiettivo principale degli attacchi è la gestione delle richieste di visto da parte di fornitori privati, dal momento che ciò che avrebbe dovuto servire ad alleviare la congestione del consolato ed evitare privilegi è completamente fallito e le code sono ancora altrettanto lunghe. Le 27 organizzazioni firmatarie chiedono quindi la fine dei fornitori privati a favore di una procedura online più trasparente ed egualitaria, dove il rifiuto del visto sarebbe giustificato. Queste organizzazioni chiedono anche reciprocità, vale a dire lo stesso trattamento per gli europei che vorrebbero andare in Senegal. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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