Il gruppo Meta, casa madre di Facebook, non ha moderato adeguatamente i contenuti diffusi sul social che incitavano all'odio durante la guerra etiope del Tigré ed è quindi anch'esso responsabile delle violenze che hanno colpito la comunità tigrina. Lo scrive l'ong Amnesty International, che in un rapporto pubblicato oggi denuncia una mancanza di attenzione da parte di Meta nel quadro del conflitto che dal novembre del 2020 ha coinvolto per due anni l'esercito etiope ed i suoi alleati da un lato, il Fronte di liberazione popolare del Tigré (Tplf) dall'altro, con un alto bilancio di vittime. Amnesty mette sotto accusa il sistema degli algoritmi su cui si basa la selezione delle pubblicazioni di Facebook, sostenendo che questo sistema - pensato per agevolare il flusso della rete social - ha favorito in questo contesto anche la propagazione di contenuti violenti, in particolare quelli diretti contro i tigrini. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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