I militari che hanno preso il potere in Gabon hanno nominato il generale e capo della Guardia presidenziale Brice Oligui Nguema come presidente della transizione del Paese. Lo hanno annunciato nella tarda serata di ieri leggendo un comunicato in diretta su "Gabon 24" nel quale si precisa che Nguema, oggi capo della Guardia presidenziale, è stato scelto "all'unanimità" come presidente del Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (Ctri) - il nome della nuova giunta - e come leader del periodo transitorio. Nella notte fra martedì e mercoledì, poco dopo l'ufficializzazione da parte della commissione elettorale della conquista di un terzo mandato presidenziale per Ali Bongo con il 64,2 per cento dei voti - raccolti in occasione delle consultazioni del 26 agosto -, una decina di ufficiali in divisa militare è intervenuto sulla televisione nazionale per annullare l’esito del voto e proclamare la deposizione di Bongo. Le forze di sicurezza hanno annunciato la chiusura delle frontiere e la sospensione delle istituzioni, incluse l’esecutivo, la Corte costituzionale e la commissione elettorale. Capo della Guardia presidenziale del Gabon, le forze più fedeli al presidente della Repubblica e responsabili della sua sicurezza, Nguema è anche cugino di primo grado del presidente deposto, Ali Bongo Ondimba. Formato all'accademia militare di Meknes, in Marocco, l'ufficiale fa una rapida carriere e diventerà nel giro di poco tempo uno degli aiutanti sul campo dell'ex presidente Omar Bongo, padre di Ali, rimanendo nel suo entourage fino alla sua morte, nel 2009. I primi rapporti con il successore di Omar non sono tuttavia idilliaci: quell'anno l'ambizioso Nguema viene "spedito" all'estero, dove Ali Bongo lo nomina addetto militare prima presso l'ambasciata gabonese in Marocco, poi in quella del Senegal. Serviranno quasi dieci anni per reintegrarlo in funzioni di sicurezza di alto livello in patria: rientrato nel 2018 dopo l'ictus subìto dal presidente mentre si trovava in Arabia Saudita, Nguema viene allora nominato prima al servizio di intelligence della Guardia presidenziale, quindi promosso due anni dopo alla direzione dello stesso corpo militare al posto del generale Grégoire Kouna, un altro cugino del presidente.Come capo della Guardia presidenziale Nguema è stato incaricato di rafforzare i sistemi di sicurezza interna del Gabon e di gestire le attrezzature in dotazione. E' stato lui a ricevere, lo scorso 21 luglio, la consegna di quattro blindati da ricognizione ceduti dalla Francia, materiale ordinato già nel 2020 per rafforzare gli effettivi del corpo armato ma il cui rilascio era stato ritardato da Parigi da un lato per le presunte difficoltà di Libreville a saldare il conto nella sua totalità, dall'altro per il timore francese che i mezzi potessero essere coinvolti in operazioni di repressione di eventuali proteste legate alle elezioni del 26 agosto. Reticenze prontamente scomparse, osservano gli analisti, dopo il pagamento di 52 milioni di dollari effettuato a fine giugno dal governo gabonese per l'acquisto in un Airbus C295 per il trasporto militare. Acclamato da centinaia di militari a Libreville che oggi inneggiavano al "presidente Oligui", l'ufficiale sembra al momento soppesare la possibilità. "Non mi dichiaro ancora", ha detto in un'intervista a "Le Monde", sottolineando che l'azione di forza era necessaria contro un presidente che "non aveva il diritto di esercitare un terzo mandato", ma frenando sulla sua proclamazione a "nuovo uomo forte" del Paese. "Serve un consenso, faremo delle proposte e decideremo chi guiderà la transizione", ha dichiarato. Per Nguema, l'importante è "prendere in mano le cose". "Si sa, in Gabon c'è malcontento e in più c'è la malattia del presidente. Tutti ne parlano, ma nessuno se ne prende le responsabilità", ha detto, spiegando che per questo "ha deciso di farlo l'esercito". Se Nguema non è citato nel cosiddetto caso dei "guadagni illeciti" della famiglia Ali Bongo - più di 33 appartamenti e ville private acquistate in Francia, per un valore di oltre 150 milioni di euro - Brice Oligui non è al di sopra di ogni sospetto di arricchimento personale. Secondo l’organizzazione anti-corruzione statunitense Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project), l'ufficiale avrebbe acquistato in contanti e senza ipoteca, tra il 2015 e il 2018, tre immobili nella periferia di Washington per un importo complessivo di oltre un milione di dollari. Secondo l'indagine, Nguema avrebbe scelto di acquistarli in "quartieri della classe media e operaia nei sobborghi del Maryland di Hyattsville e Silver Spring". La sola proprietà di Silver Spring, la terza località più popolosa del Maryland, sarebbe costata 447 mila dollari. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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