Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà una sessione venerdì prossimo, 2 giugno, sulla Libia e in particolare sul rinnovo della missione aeronavale dell’Unione europea EuNavFor Med-Irini, comandata dal contrammiraglio italiano Stefano Turchetto. Per essere precisi, il voto riguarderà le misure volte ad attuare l'embargo sulle armi nei confronti della Libia, in particolare quelle che autorizzano gli Stati membri - agendo a livello nazionale o attraverso organizzazioni regionali - a ispezionare navi in alto mare al largo della costa libica ritenute in violazione dell'embargo sulle armi imposto al Paese nordafricano. Dal suo avvio tre anni fa, il 31 marzo 2020, uno Stato, la Turchia, ha negato il consenso a salire a bordo e ispezionare le navi sospette in dieci occasioni, l’ultima delle quali il 29 marzo 2023. In tre occasioni Irini ha sequestrato i carichi ritenuti in violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite e ha dirottato le navi verso un porto di uno Stato membro dell’Ue. L’Operazione Irini ha scandagliato via radio oltre 9.361 navi mercantili e ha visitato a bordo 470 navi con il consenso dei loro comandanti (i cosiddetti approcci amichevoli). Inoltre, l’operazione ha svolto accertamenti su 1.153 voli sospetti, 25 aeroporti e 16 porti, e ha fornito 41 rapporti speciali al gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulla Libia, la maggior parte dei quali si riferiva a violazioni o possibili violazioni dell’embargo sulle armi e alle attività di contrabbando di petrolio in Occidente e nell’est del Paese. Infine, attraverso l’”embedded” Crime information cell, l’operazione ha trasmesso alle competenti forze dell’ordine 78 raccomandazioni per l’ispezione di navi sospette nei porti degli Stati membri dell’Ue, 62 delle quali sono state condotte. Dopo la prima Conferenza di Berlino, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di lanciare, il 31 marzo 2020, una nuova operazione militare denominata EuNavFor Med – Irini, principalmente marittima e incentrata sull’attuazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi alla Libia. Irini fa parte dell’approccio integrato europeo alla Libia che prevede sforzi politici, militari, economici e umanitari per portare stabilità e sicurezza nel Paese. I compiti dell’Operazione sono: contrastare il traffico illegale di armi, sostenendo l’attuazione dell’embargo sulle armi nei confronti della Libia sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (compito principale); raccogliere informazioni sul contrabbando di petrolio, in particolare per le sue conseguenze sull’economia libica e il suo possibile utilizzo per finanziare il mercato delle armi; contribuire all’interruzione del modello commerciale del traffico di migranti raccogliendo informazioni con mezzi aerei e condividendole con Frontex e le autorità nazionali competenti; sostenere lo sviluppo della capacità di ricerca e soccorso della Guardia costiera libica e della Marina attraverso la formazione. In particolare, quest’ultima attività non è stata ancora implementata. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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