Hanno creato distinguo, nel momento in cui l'America del Sud cerca di ritrovare una nuova unità, le parole con cui il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha definito frutto di una "narrativa" di parte le denunce sulla violazione dei diritti umani in Venezuela. "Devo dire che sono rimasto sorpreso quando è stato detto che ciò che accade in Venezuela è frutto di una narrazione falsa", ha detto il presidente dell'Uruguay Luis Lacalle Pou commentando le dichiarazioni rese da Lula al termine del bilaterale con l'omologo venezuelano Nicolas Maduro, tenuto lunedì a Brasilia. "Se ci sono nel mondo tanti gruppi che lavorano per avere una democrazia piena in Venezuela, perché siano rispettati i diritti umani e che non ci siano prigionieri politici, la cosa peggiore che possiamo fare e cercare di oscurare il sole con un dito", ha aggiunto Lacalle Pou, non nuovo a posizioni critiche nei confronti dei governi "chavisti".Da parte sua il presidente del Cile, Gabriel Boric, ha invitato a non "nascondere sotto il tappeto" i problemi che esistono a Caracas. "Non è una costruzione narrativa, è una realtà ed è seria. Ho avuto l'opportunità di vedere negli occhi di centinaia e migliaia di venezuelani che oggi si trovano nella nostra patria", ha detto Boric, impegnato in questi mesi a fronteggiare anche una emergenza legata alla pressione dei migranti venezuelani in zone di frontiera. Anche per questo, ha proseguito il presidente cileno, "esigere una posizione chiara e ferma sui diritti umani, che devono essere rispettati in ogni parte del mondo". Boric - che ha comunque dato "il benvenuto al Venezuela" per il possibile rientro nella vita istituzionale della regione - ha quindi invitato Stati Uniti e Unione Europea a ragionare sulle sanzioni imposte contro Caracas, causa di "danni alle popolazioni" senza peraltro "indebolire i governanti". Già nelle settimane successive alla vittoria delle presidenziali di dicembre 2021, Boric aveva preso le distanze dai governi di Nicolas Maduro in Venezuela e di Daniel Ortega in Nicaragua, sottolineando che non si riconosce in nessuna delle due esperienze. “Il caso del Venezuela è un’esperienza che più che altro ha fallito, e la principale dimostrazione di questo fallimento sono i sei milioni di venezuelani in diaspora”, ha dichiarato Boric in un’intervista rilasciata al portale “Bbc News”. Tuttavia, una serie di questioni contingenti, tra cui la crisi dei migranti venezuelani al confine tra Cile e Perù, ha portato le autorità di Santiago a intensificare il dialogo con Caracas. Ed è per questo che in settimana, il governo cileno ha nominato il socialista Jaime Gazmuri ambasciatore in Venezuela, posizione rimasta vacante dal 2018. Al termine dell'incontro con Maduro il presidente Lula aveva sancito una ripresa piena delle relazioni bilaterali, interrotte nel corso del governo del predecessore, Jair Bolsonaro. In un passaggio della conferenza stampa, Lula ha criticato le politiche "anti-venezuelane" e "guidate dal preconcetto", messe in campo da Stati Uniti e Unione europea (Ue), aggiungendo che il Venezuela ha bisogno di diffondere la sua "narrativa" sulla situazione politica ed economica del Paese per contrastare le "narrative" costruite dagli oppositori sulla scena internazionale. Maduro non si recava in Brasile dal 2015, quando presenziò alla cerimonia di insediamento di Dilma Rousseff come presidente.- Maduro era a Brasilia per prendere parte al primo vertice dei Paesi dell'America del Sud, appuntamento organizzato da Lula per promuovere un rilancio dell'integrazione regionale, partendo dall'esperienza dell'Unione delle nazioni sudamericane (Unasur). Per rilanciare "l'entità umana, storica, culturale, economica e commerciale con necessità e speranze comuni", Lula propone la creazione di un foro di discussione e, soprattutto, un gruppo di Alto livello composto da rappresentanti personali di tutti i capi di Stato, che entro 120 giorni dovranno presentare le linee chiave del rilancio. Per Lula non serve iniziare da zero. L'Unasur è patrimonio collettivo. Ricordiamoci che è tuttora in vigore e che sette Paesi ne sono ancora membri pieni. È importante riprendere il processo di costruzione, ma nel farlo, è essenziale considerare in modo critico cosa non ha funzionato e tenere conto delle lezioni che si apprendono". Nella dichiarazione finale del vertice, si parla della "importanza di mantenere un dialogo regolare, allo scopo di dare impulso al processo di integrazione in Sud America e proiettare la voce della regione nel mondo". Per questo motivo hanno deciso di "istituire un gruppo di contatto, composto dai ministri degli Esteri, per valutare le esperienze dei meccanismi di integrazione sudamericani e per preparare una road map per l'integrazione del Sud America, da sottoporre all'esame dei capi di Stato". I presidenti hanno convenuto di incontrarsi nuovamente, in data e luogo da definire, per esaminare lo stato di avanzamento delle iniziative di cooperazione sudamericane e determinare i prossimi passi da compiere. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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