Il presidente del Ciad, Mahamat Idriss Deby Itno, ha espresso il pieno sostegno del suo Paese al processo di pace condotto dalle Nazioni Unite in Libia. Lo ha affermato il rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu e capo della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), Abdoulaye Bathily, sul proprio account Twitter in occasione della sua visita in Ciad, giunta a sua volta nel quadro di un tour nei Paesi del sud della Libia, ovvero Sudan, Ciad e Niger. Durante il colloquio a N’Djamena, il presidente Deby ha sottolineato che “la pace e la stabilità in Libia è nell’interesse del proprio Paese” e, dopo aver apprezzato il fatto di essere stato consultato sul fascicolo libico per la prima volta, si è detto pronto a svolgere un ruolo maggiore. Bathily, dal canto suo, ha espresso apprezzamento per il sostegno del Ciad al comitato militare congiunto 5+5 nell'attuazione dell’accordo di cessate il fuoco attraverso il comitato di collegamento, impegnato nel coordinare il ritiro di combattenti e mercenari stranieri dalla Libia. Durante la sua visita in Ciad, l’inviato dell’Onu ha poi tenuto colloqui con il ministro degli Affari esteri, Mahamat Saleh Annadif, con cui sono stati esaminati gli sforzi delle Nazioni Unite tesi a organizzare “elezioni inclusive” in Libia “in un ambiente sicuro”. Durante il colloquio con il ministro per la Sicurezza pubblica e l’Immigrazione ciadiano, Mahamat Margui, è stata invece ribadita la necessità di “accelerare il lavoro dei comitati di collegamento di Libia, Ciad, Sudan e Niger per garantire un ritiro coordinato e sincronizzato di combattenti stranieri e mercenari” dai territori libici, ha fatto sapere Bathily su Twitter. Il focus della missione dell'inviato nei Paesi del Sahel è proprio il ritiro dei mercenari e combattenti stranieri dalla Libia. Per Bathily, la presenza dei mercenari stranieri nei territori libici “rappresenta una grave minaccia per la pace e la stabilità nel Paese e nella regione. Motivo per cui, è necessario "lavorare con i nostri partner per affrontare questa sfida senza influire negativamente sui Paesi confinanti con la Libia o la regione". Mercenari provenienti dal Sudan e dal Ciad sono stati spesso utilizzati nei conflitti che si sono susseguiti in Libia dal 2011 a oggi. Secondo il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Libia, nel Paese sono presenti mercenari provenienti da Russia, Siria, Sudan e Ciad, che potrebbero anche influire negativamente sulla sicurezza e sulla stabilità di altre nazioni della regione. Lo stesso presidente ciadiano Idris Deby fu ucciso due anni fa durante i combattimenti contro i ribelli del Fronte per l'alternanza e la liberazione del Ciad (Fact), entrati in Ciad dalle loro basi nel sud della Libia. - Secondo Musa Tehusay, ricercatore libico specializzato in affari africani, il gruppo paramilitare russo Wagner ha una “costante presenza” al confine tra la Libia e il Ciad e, recentemente, ci sono stati “intensi movimenti” dei mercenari russi anche tra l’ex Jamahiriya di Muammar Gheddafi e la Repubblica Centrafricana. In particolare, secondo l’esperto, i combattenti russi sono dispiegati presso la base area di Al Jufra, nella Libia centrale, dove è concentrato il maggior “peso militare” di Wagner nel Paese nordafricano; presso postazioni mobili nei pressi del giacimento petrolifero di Zella, nella Mezzaluna petrolifera libica, area ricca di petrolio nella Libia centrale e orientale; nelle aree che vanno dal giacimento di Zella, alla città di Hon (il capoluogo del distretto di Al Jufra) fino al confine con Ciad; e ancora nella base area di Brak al Shati, nella regionale meridionale del Fezzan, dove dal ritiro delle forze di Tripoli nel 2020 “non vi è alcun elemento libico” e la struttura è “gestita esclusivamente dai mercenari”; infine nella base aerea di Tamanhint, vicino Sebha, capoluogo del Fezzan, dove Wagner fornisce supporto logistico e controlla i trasporti via camion. Tehusay, inoltre, ha anche detto a “Nova” che nell’ultimo periodo ci sono stati “intensi movimenti tra Wagner in Libia e Wagner in Repubblica Centrafricana tramite un aereo IL18, immatricolato in Centrafrica con il numero TL-KBR, soggetto a sanzioni da parte del Tesoro Usa”.
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