ll governo del Brasile non ha firmato la dichiarazione finale del summit per la democrazia che condanna la Russia per l’invasione e il conflitto in Ucraina. Il documento, presentato alla fine dei lavori del vertice virtuale ospitato dagli Stati Uniti questa settimana, ha incassato i favori di 76 degli oltre 100 Paesi riuniti. Il testo chiede il ritiro “immediato, completo e incondizionato” delle truppe russe dal territorio ucraino. Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva (foto in basso), non ha partecipato alla conferenza in cui si è dibattuto di lotta contro l’autoritarismo e la corruzione e in favore del rispetto dei diritti umani.
Nonostante l’assenza e il rifiuto alla firma del documento da parte del rappresentante del Brasile, il presidente Lula ha inviato una lettera agli organizzatori sottolineando l’impegno del governo brasiliano per la democrazia. Quando al fascicolo ucraino, il presidente ha accennato al rischio di una “nuova guerra fredda” e ha difeso il dialogo politico per risolvere i conflitti. “La bandiera della difesa della democrazia non può essere usata per costruire muri o creare divisioni. Difendere la democrazia è lottare per la pace. Il dialogo politico è il modo migliore per costruire il consenso”, ha riferito Lula.
Nella dichiarazione finale, i firmatari del documento deplorano l’invasione dell’Ucraina e chiedono la risoluzione del conflitto, oltre alle indagini e alla responsabilità dei crimini commessi in territorio ucraino. “Chiediamo alle parti in conflitto armato di rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario”, si legge in un estratto del documento. “Sosteniamo con forza la responsabilità per i crimini più gravi ai sensi del diritto internazionale commessi sul territorio dell’Ucraina attraverso indagini e procedimenti giudiziari appropriati, equi e indipendenti a livello nazionale o internazionale, e per garantire giustizia a tutte le vittime e la prevenzione di crimini futuri”, conclude. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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