Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia, si recherà in Tunisia oggi per incontrare i funzionari tunisini e per aiutare il Paese arabo più vicino alle coste dell'Italia a superare la grave crisi finanziaria che sta attraversando. Secondo una nota della Commissione europea, "il commissario discuterà delle riforme socio-economiche previste dal governo, nel contesto di una difficile situazione economica", oltre che "le modalità di una potenziale nuova operazione di assistenza macrofinanziaria, che la Commissione potrebbe prendere in considerazione se saranno soddisfatte le condizioni preliminari". Durante la sua missione in Tunisia, Gentiloni incontrerà il presidente della Repubblica, Kais Saied. Sono inoltre previsti incontri bilaterali con la prima ministra Najla Bouden, Nabil Ammar, ministro degli Affari esteri, Samir Saied, ministro dell'Economia e della Pianificazione, Sihem Boughdiri Nemsia, ministro delle Finanze e Marouane Abassi, governatore della Banca centrale. A quanto si legge nella nota, Gentiloni avrà anche l'opportunità di scambiare opinioni con i rappresentanti del settore privato e della società civile. Archiviata l’esperienza della rivoluzione dei gelsomini, la Tunisia è oggi in mano al presidente della Repubblica, Kaies Saied, il quale ha accentrato su di sé tutti i poteri ma rischia seriamente il tracollo economico. Un dossier che riguarda a ben vedere anche l’Italia per almeno due motivi: i flussi migratori e l’approvvigionamento energetico. Gli arrivi dei migranti si sono moltiplicati drammaticamente con l’aggravarsi della situazione socio-economica e rischiano di raggiungere i picchi del 2014 (170 mila sbarchi totali via mare) e del 2016 (180 mila arrivi via mare). Non solo. Il gasdotto Transmed, conosciuto anche come gasdotto Enrico Mattei, porta in Italia il gas algerino passando proprio per la Tunisia. E l’Algeria è oggi il primo fornitore di gas dell’Italia. Senza contare che il progetto d’interconnessione elettrica tra l'Italia e la Tunisia - per il quale Bruxelles ha recentemente approvato un finanziamento di 300 milioni di euro - potrebbe fare da volano per gli investimenti tricolore nelle rinnovabili in Nord Africa, trasformando l’Italia in un “hub energetico” per l’intera Europa. A questo va aggiunto che l'Italia è divenuta quest'anno primo il partner commerciale della Tunisia, sorpassando per la prima volta la Francia. - Secondo l’agenzia di rating Fitch, il fabbisogno di finanziamenti pubblici della Tunisia raggiungerà rispettivamente il 16,4 per cento del Pil e il 16,8 per cento del Pil nel 2022 e nel 2023, spinto dall'ingente spesa aggiuntiva per assorbire lo shock della guerra in Ucraina e dalle scadenze del debito estero: ovvero 1,4 miliardi di dollari nel 2022 e 2,0 miliardi di dollari nel 2023. Secondo le autorità tunisine, circa 1,3 miliardi di dollari di finanziamento proventi da Arabia Saudita, Abu Dhabi e Afreximbank sono nella fase finale dei negoziati: questa somma, insieme alla prima rata dell’Fmi, dovrebbe colmare il deficit di finanziamento per il 2022. La Tunisia sta negoziando un altro finanziamento di 1,9 miliardi di dollari, principalmente provenienti dai Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo. Le esigenze di bilancio e di finanziamento esterno nel 2023 dovrebbero essere coperte dagli esborsi previsti da parte dell'Fmi, dei creditori bilaterali multilaterali e occidentali (circa 2,4 miliardi di dollari che dovrebbero essere sbloccati con l'accordo dell'Fmi) e dei finanziamenti del mercato interno. La stessa agenzia Fitch ha individuato in particolare dei rischi nella transizione politica. Se il nuovo Parlamento dovrebbe portare a “una maggiore stabilità in un nuovo regime presidenziale con un processo legislativo semplificato”, il boicottaggio dell’opposizione potrebbe portare “a disordini sociali alimentati dall'inflazione e dall'elevata disoccupazione”. Non solo. Le pressioni sociali e l'opposizione del potente sindacato Ugtt “potrebbero anche far deragliare i sussidi previsti per i prodotti essenziali e le riforme delle imprese statali, che sono parti fondamentali del programma dell’Fmi”. Storicamente, l'adesione della Tunisia programmi del Fondo è stata debole e “non è ancora chiaro se la situazione sia cambiata” ora che è al potere il presidente Saied. Considerate le tante variabili politiche ed economiche, la situazione nel Paese africano più vicino alle coste dell’Italia dovrebbe essere monitorata attentamente nel corso del 2023. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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