Il presidente della Federazione delle industrie dello Stato di San Paolo (Fiesp), Josué Gomes da Silva, ha definito il tasso di interesse di riferimento in Brasile (Selic), fissato dalla Banca centrale (Bc) al 13,75 per cento, "pornografico" e causa del freno agli investimenti dell'industria brasiliana. "Il tasso di interesse che pratichiamo in Brasile è pornografico, inconcepibile e deve essere ridotto. Le spiegazioni fornite dalla Bc per tenere il Selic a un livello così alto non hanno senso", ha affermato nel corso del suo intervento a un evento della Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale (Bndes). "Il tasso di interesse così alto è associato a un problema fiscale. La tesi è che ci sia un baratro fiscale. Ma non esiste questo scenario in un Paese che ha il rapporto debito-pil al 73 per cento lordo e che al netto delle riserve di cambio e di quelle del Tesoro, scende al 45 per cento. In un paese con la ricchezza del Brasile, questa non è una buona spiegazione", ha affermato.Critiche al tasso di interesse sono state mosse nel corso dello stesso evento anche dal vicepresidente della Repubblica e ministro dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi, Geraldo Alckmin. "Non c'è nulla che giustifichi un tasso di interesse tanto superiore all'inflazione, quando non c'è una domanda che esplode mentre in tutto il mondo ci sono tassi di interesse reali praticamente negativi", ha affermato. Simile la valutazione dell'economista statunitense, Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'Economia nel 2001, secondo cui il Paese sta sopravvivendo nonostante la "condanna a morte" causata dal tasso di interesse a un livello "scioccante". Il tuo tasso di interesse è davvero scioccante. I numeri di cui parliamo potrebbero uccidere qualsiasi economia. In effetti, trovo straordinario che il Brasile sia sopravvissuto a quella che normalmente sarebbe una condanna a morte". Il presidente della Banca centrale, Roberto Campos Neto, è da alcune settimane oggetto di pesanti critiche da parte del presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva, che lo accusa di agire in linea con le indicazioni politiche dell'ex presidente, Jair Bolsonaro, per frenare la crescita del Paese utilizzando la leva degli alti tassi di interesse. "Non c'è motivo di mantenere il tasso al 13,75 per cento. La spiegazione data dal Comitato di politica monetaria (Copom) alla società brasiliana per comunicare di aver lasciato i tassi invariati al 13,75 per cento all'ultima riunione è una vergogna", affermava Lula nel corso della cerimonia di insediamento di Aloizio Mercadante alla presidenza della Banca nazionale di sviluppo economico e sociale (Bndes) lo scorso 6 febbraio. "Come faccio a convincere gli imprenditori a investire, se non possono prendere in prestito denaro", chiedeva Lula. Dal canto suo, nel corso di un'intervista al programma Roda Viva di "Tv Cultura", Campos Neto affermava che neanche alla Banca centrale piace tenere i tassi di interesse, ma per avere una crescita sostenibile è tuttavia necessario tenere sotto controllo l'inflazione. "L'intera agenda della Bc è rivolta al sociale e riteniamo che sia possibile tenere sotto controllo la spesa e garantire il benessere sociale, ma crediamo che sia molto difficile avere una crescita sostenibile con l'inflazione fuori controllo", affermava l'economista, sottolineando che la sua gestione della politica monetaria della Bc è tecnica e non politica. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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