Le unità del Dipartimento di polizia giudiziaria in Tunisia hanno arrestato il leader del movimento islamico Ennahda ed ex deputato dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp, il disciolto parlamento tunisino), Said Ferjani, per sospetto riciclaggio di denaro in relazione al caso Instalingo, società accusata di cospirazione contro lo Stato. Lo ha riferito l'emittente televisiva "Attessia", citando una fonte informata, secondo la quale Ferjani è stato trattenuto dagli agenti dell'Unità nazionale per l'indagine sui reati finanziari. L'inchiesta su Instalingo, che annovera tra i suoi dipendenti giornalisti, politici ed ex funzionari statali, è stata aperta nel 2021 per sospetti di riciclaggio, complotto contro la sicurezza dello Stato e incitazione alla violenza mediante l'esercizio di influenza e la manipolazione dell'opinione pubblica. Nel registro degli indagati figurano oltre 20 esponenti di spicco di Ennahda, tra cui l'ex presidente dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo, Rachid Ghannouchi, interrogato lo scorso 21 febbraio anche per presunti rapporti con l'organizzazione terroristica Ansar al Sharia. Da settimane il capo dello Stato, Kais Saied, ha avviato una vasta campagna di arresti di politici, uomini d’affari e giornalisti accusati di aver “cospirato contro la sicurezza dello Stato” dall’interno e dall’esterno del Paese. Tra le personalità di spicco finite in manette figurano leader politici islamisti come Khayam Turki, Abelhamid Jlassi, Faouzi Kammoun e Noureddine Bhiri, tutti vicini o membri del movimento islamico Ennahda, principale partito di opposizione che si ispira ai principi della Fratellanza musulmana. Colpisce inoltre l’arresto Noureddine Boutar, direttore generale di "Mosaique Fm”, la radio indipendente più ascoltata del Paese, talvolta critica nei confronti del potere. La campagna di arresti ha suscitato le preoccupazioni dell’Onu, della Germania e soprattutto degli Stati Uniti, il Paese che più di tutti ha influenza sul Fondo monetario internazionale (Fmi). Da parte sua, il presidente Saied afferma che "la libertà di espressione è garantita e non c’è alcun legame con questi arresti, che piuttosto sono legati al complotto e alla corruzione”, mentre chi afferma che la libertà di espressione è minacciata in Tunisia “o non conosce la verità o la usa per offendere il suo Paese”. (Fonte Agenzia Nova)
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