Il Parlamento arabo ha espresso il suo “totale rifiuto di qualsiasi interferenza straniera negli affari interni libici”, invitando i Paesi arabi e la comunità internazionale a riunire le parti libiche, superare le differenze, stabilire sicurezza e stabilità, sostenere gli sforzi di sviluppo e di ricostruzione. Lo ha riferito un comunicato del Parlamento arabo, sollecitando le forze nazionali libiche a intraprendere nuovamente “un dialogo nazionale costruttivo, con una road map specifica per avvicinare le posizioni (…) e unificare le istituzioni al fine di tenere le elezioni durante l'anno in corso". Il Parlamento arabo ha accolto con favore il rilancio del ruolo del Comitato militare libico congiunto 5 + 5 (composto da cinque alti ufficiali dell’est e altrettanti dell’ovest del Paese), “in quanto è uno dei principali pilastri per ripristinare la stabilità, la pace e la sicurezza in Libia", sottolineando agli sforzi per il ritiro delle forze armate e mercenari stranieri. Da quasi un anno la Libia è spaccata tra due coalizioni politiche e militari rivali: da una parte il Governo di unità nazionale con sede a Tripoli del premier Abdulhamid Dabaiba, riconosciuto dalla Comunità internazionale e appoggiato dalla Turchia; dall’altra il governo di Fathi Bashagha, di fatto un esecutivo parallelo basato in Cirenaica, inizialmente sostenuto da Egitto e Russia ma ormai sempre più abbandonato a sé stesso dopo i tre tentativi (tutti falliti) di insediarsi nella capitale manu militari. Il cessate il fuoco raggiunto dal Comitato militare 5+5 nell'ottobre del 2020 regge, ma i mercenari e i combattenti stranieri portati da Russia e Turchia sono ancora sul terreno. La produzione petrolifera è stabile a 1,2 milioni di barili di petrolio al giorno, mentre le esportazioni di gas verso l'Italia sono pari a 7 milioni di metri cubi al giorno circa. La Libia, infine, rappresenta la principale piattaforma di partenza dei migranti illegali che tentano di raggiungere le coste europee attraverso la pericolosa rotta del Mediterraneo centrale: poco più della metà degli oltre 100 mila migranti sbarcati in Italia via mare nel 2022 è infatti partito dalle coste di Tripolitania e Cirenaica. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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