L'accordo sul gas firmato da Eni e Noc “è il più importante da anni in questo settore vitale per il futuro della Libia”, e dovranno seguire “altri passi per rispondere alle esigenze di sviluppo per affrontare le sfide dei prossimi anni”. Lo ha detto Abdulrahman Swehli, influente politico della “città-Stato” di Misurata ed ex presidente dell’Alto Consiglio di Stato, in un post su Facebook. “La disputa politica non deve impedirci di sostenere la necessità di creare maggiori opportunità di lavoro per i giovani”, ha aggiunto Swehli. Il riferimento è all'accordo da 8 miliardi di dollari per lo sviluppo di due giacimenti a gas, chiamati rispettivamente “Stuttura A” e “Struttura E”, firmato sabato 28 gennaio a Tripoli da Farhat Bengdara, presidente della National Oil Corporation (Noc), e dall’amministratore delegati di Eni, Claudio Descalzi, alla presenza del premier Dabaiba e del presidente del Consiglio dell'Italia, Giorgia Meloni.Secondo Masoud Suleiman, membro del consiglio di amministrazione della National Oil Corporation, l’accordo raggiunto da Eni e dalla compagnia energetica libica National Oil Corporation (Noc) non rappresenta un’intesa completamente nuova, ma si basa su un precedente accordo ed è stato il frutto di negoziati che ha visto partecipe un “comitato nazionale neutrale. Suleiman ha spiegato che la partecipazione italiana è aumentata dal 30 al 37 percento, e che questa percentuale potrà eventualmente ritornare al valore precedente a seconda della copertura dei costi. “L’accordo è vincolante per la parte italiana che ha dimostrato la propria serietà”, ha poi affermato il membro di Noc, precisando che le modifiche sono state conseguenza del “cambiamento di condizioni e prezzi”. “Lo Stato libico non può fornire da solo fondi per sviluppare i giacimenti, e non abbiamo altra alternativa che continuare con questo accordo”, ha continuato Suleiman, ritenendo l’intesa “buona” e “nell’interesse dello Stato libico e della National Oil Corporation”, anche perché le spese di investimento dovrebbero essere suddivise equamente tra la Libia e la società italiana, e “le quantità di gas che si prevede di estrarre compenseranno il valore di equity dell'investimento nel progetto". Non da ultimo, ha spiegato il membro di Noc, l’intesa è giunta a fronte di una prevista crisi di gas domestico per il Paese nordafricano, le cui centrali elettriche, dal 2025, rischiano di trovarsi senza i 600 milioni di piedi cubi di gas necessari per il loro funzionamento e, a detta di Suleiman, la Noc ha formato un comitato di esperti per risolvere questa problematica. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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