Entro la fine dell'anno il presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, potrebbe incontrare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Lo ha detto Fernando Haddad, ex ministro e possibile figura chiave del prossimo governo, secondo cui Lula ha ricevuto inviti "dalle grandi potenze", compreso quello della Cina. Il presidente eletto ha ricevuto "molti inviti da grandi potenze per incontrarlo o, nel caso non sia possibile, per parlare con lui in modo virtuale", ha detto Haddad. Il 5 dicembre il consigliere per la Sicurezza Usa, Jake Sullivan, si recherà in visita ufficiale a Brasilia, per incontri con il presidente, Jair Bolsonaro, e con lo stesso Lula. Nell'occasione, secondo indiscrezioni dei media brasiliani, consegnerà al presidente eletto l'invito di Biden a un incontro alla Casa Bianca. Haddad ha anche parlato di un invito arrivato da Pechino. "Ma penso che non ci sarà tempo per due viaggi internazionali di questa portata. Le trasferte possibili sono quelle di Stati Uniti e Argentina", ha detto. Il viaggio di Lula a Buenos Aires era stato citato dall'ex ministro degli Esteri, Celso Amorim, nel corso di un'intervista a "GloboNews". D'altro canto, il presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez, è stato tra i leader sbarcati a Brasilia il giorno dopo il ballottaggio presidenziale, per "abbracciare" il ritorno di Lula alla guida del Paese. Nello stesso giorno, Lula aveva ricevuto una telefonata di congratulazioni proprio da Biden. Il presidente Usa, riferiva una nota della Casa Bianca, aveva elogiato la prova delle istituzioni democratiche, nel corso di elezioni "libere, giuste e affidabili". A metà novembre, Sullivan aveva detto che il presidente Usa stava lavorando a un incontro con Lula, anticipando - quali possibili temi -, l'evoluzione della guerra in Ucraina e le politiche per la salvezza dell'Amazzonia. Gli incontri di cui si parla sono comunque attesi prima del 2 gennaio 2023, giorno in cui il presidente eletto si insedierà formalmente. La prima e sin qui unica trasferta internazionale di Lula dopo la vittoria del ballottaggio presidenziale del 30 ottobre, è stata quella in Egitto, ospite del vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico ("Cop27") tenutosi a Sharm el-Sheik, chiusa da un passaggio in Portogallo. Nella tappa egiziana, il leader del partito dei lavoratori (Pt) aveva sgranato la propria visione dei temi ambientali, avvertendo che "la lotta al riscaldamento globale è inseparabile dalla lotta alla povertà". Nell'occasione, Lula ha lanciato l'ipotesi di organizzare il vertice sul clima del 2025 (Cop30) in Amazzonia, e di convocare, per l'anno entrante, un vertice di tutti i Paesi attraversati dalla nota foresta pluviale. A Lisbona, Lula ha incontrato il presidente Marcelo Rebelo de Sousa e, "grata sorpresa", il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi. In Portogallo, dove ha incontrato anche il primo ministro Antonio Costa, Lula ha per i media brasiliani gettato le basi della ricomposizione del tradizionale asse con Lisbona e con i Paesi di lingua portoghese, in ombra durante la presidenza Bolsonaro.Fernando Haddad è tra le figure più forti del Partito dei lavoratori e uno dei principali alleati del presidente eletto. Sconfitto alle elezioni presidenziali nel 2018 e alle elezioni per il governo dello Stato di San Paolo, Haddad è dato per certo nel governo Lula. Resta tuttavia l'incognita della posizione. Haddad incontra infatti la palese resistenza del ceto imprenditoriale ed economico del Paese. Tanto che dopo una prima conferma non ufficiale della sua nomina allo Sviluppo economico, la borsa di San Paolo (B3) ha risposto con un crollo dell'indice Bovespa, interpretato dalla stampa locale come un segnale di ostilità dei mercati.- Inacio Luiz Lula da Silva torna presidente avendo sconfitto al ballottaggio il candidato del Partito liberale (Pl), Jair Bolsonaro. Lula ha chiuso il primo turno del 2 ottobre con il 48,43 per cento dei consensi contro il 43,2 di Bolsonaro. Nello "spareggio" del 30 ottobre, Lula ha vinto con il 50,9 per cento dei voti, 1,8 punti in più di quelli ottenuti da Bolsonaro. L'ex sindacalista ha raccolto il maggior numero di voti mai ottenuti da un candidato alla presidenza, oltre i 60,3 milioni, mentre il leader conservatore - con oltre 58,2 milioni di voti, può vantare un risultato migliore di quello che gli aveva garantito la vittoria nel 2018. Bolsonaro è però il primo presidente uscente a candidarsi per un nuovo mandate senza ottenere la vittoria. Per Lula si è trattato del sesto assalto alla presidenza: dopo aver perso nel 1989, 1994 e 1998, Lula ha vinto le elezioni del 2002 e del 2006, anno in cui ha sconfitto al ballottaggio Geraldo Alckmin, oggi divenuto vice presidente eletto. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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