Non ci nascondiamo che il clima nel Brasile del ballottaggio di domani, 30 ottobre, per la presidenza del Paese, è un clima incandescente. C’è chi vuole conservare il potere a tutti i costi con prepotenza (e non risparmia, né risparmierà colpi bassi) e chi prova semmai a cambiare in meglio le sorti del proprio Paese nella consapevolezza che, come stanno le cose attualmente, non è bene proprio per nessuno. Il Brasile è andato parecchio indietro negli ultimi anni e i vantaggi ottenuti dalla popolazione, durante le precedenti presidenze, sono stati cancellati tutti o quasi con leggi e provvedimenti assurdi. In Europa, ma siamo lontani, siamo convinti che tutto filerà liscio, perché anche gli ultimi sondaggi sono stati incoraggianti. Ci auguriamo che i sondaggi facciano fede e che il risultato sperato, quello finale, sia quello auspicato dalla maggioranza dei brasiliani seri e volenterosi. Resta il dubbio però che ,se tutto andasse per quello che per noi è di certo il verso giusto, la parte avversa accetterà poi pacificamente la sconfitta e si farà da parte? In Brasile c’è,ed è scontato come ovunque, una classe intellettuale di destra che avversa la sinistra. E questa classe ha un peso intellettuale nei giornali, nelle scuole, nelle università. Sono stati i consiglieri dell’attuale élite al potere. Cosa suggeriranno in caso di sconfitta? C’è da temere disordini e violenze? Se non addirittura un colpo di Stato? Ci auguriamo di no.Ma siamo sul chi vive. Boa sorte, Brasile. Trepidiamo per Te.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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