Domenica 2 ottobre si celebrano in Brasile le elezioni generali, un voto che potrebbe sin da subito riconsegnare il Paese a Luiz Inacio ‘Lula‘ da Silva, il leader di sinistra già presidente dal 2003 al 2010. Il leader del partito dei lavoratori (Pt) è dato come favorito da praticamente tutti i sondaggi pubblicato da un mese a questa parte, talvolta con un margine di vantaggio rispetto al capo di Stato uscente, Jair Bolsonaro, tale da conquistare la vittoria già al primo turno. E anche in caso di ballottaggio, ad oggi, tutti gli istituti di ricerca danno per nettamente favorito l’ex sindacalista. Bolsonaro, nonostante abbia recuperato per strada alcuni punti di consenso, viene accreditato di una quantità di elettori a lui contraria tale da fargli perdere il ballottaggio contro qualsiasi candidato, compresi gli avversari con percentuali irrisorie al primo turno. Nel corso della campagna elettorale, la rivalità tra Bolsonaro e Lula pare aver tolto di fatto ogni spazio ad altri contendenti. Il possibile terzo incomodo, l’ex governatore dello Stato di Cearà Ciro Gomes, ha via via perso contatto con i duellanti, arrivando anche a 25-30 punti di distacco da Bolsonaro.
Come dimostrato in tante elezioni recenti, l’esito finale del voto conserva un certo margine di imprevedibilità rispetto ai sondaggi. Ad ogni buon conto, tenendo conto delle inchieste degli ultimi sette giorni, il vantaggio di Lula al primo turno si aggira in media all’11 per cento, con punte massime del 17 per cento (sondaggio dell’Ibope per il gruppo editoriale “Globo”) e minime del 2,6 per cento (Paranà Pesquisas). Numeri che farebbero pensare, a soli tre giorni dall’apertura delle urne, a una rimonta impossibile per Bolsonaro. Ed è per questo che molti osservatori indicano nella possibilità di andare al ballottaggio, altre quattro settimane di campagna elettorale aperte a ogni colpo di scena, l’ancora di salvezza per il presidente uscente. Ad oggi, comunque, anche in caso di secondo turno i sondaggi esprimono consenso unanime sulla vittoria di Lula, con un margine minimo di otto punti percentuali.
Una delle analisi più profonde degli scenari elettorali l’ha fatta “Datafolha”, il 23 settembre. Lula resta favorito nell’elettorato di sesso femminile con il 49 per cento delle preferenze, in crescita del 3 per cento su una settimana fa, contro il 29 per cento accreditato al capo dello stato in carica, stabile rispetto alla precedente rilevazione. Tra gli elettori uomini il vantaggio del leader del Pt si contrae a 6 punti percentuali, il 44 per cento contro il 38 di Bolsonaro. L’ex sindacalista è di gran lunga il preferito dell’elettorato di età compresa tra i 16 e 24 anni, segmento in cui allunga ulteriormente il passo. Il distacco tra i due candidati raggiunge nel sondaggio di oggi i 30 punti percentuali: 54 per cento per Lula (+4 per cento rispetto alla rilevazione precedente) contro il 24 per cento di Bolsonaro, passato in sette giorni dal 28 al 24 per cento.
Il margine si assottiglia a sette punti percentuali (45 per cento Lula, 38 per cento Bolsonaro), nella fascia compresa tra i 25 e i 34 anni, mostrando una crescita del 3 per cento per Lula e stabilità per cento per Bolsonaro rispetto alla settimana scorsa. Il divario si amplia col crescere dell’età: dai 35 ai 44 Lula gode del 46 per cento dei consensi (-1 per cento rispetto a una settimana fa) contro il 36 per cento di Bolsonaro (+4 per cento rispetto a una settimana fa). Nella fascia dai 45 ai 59 entrambi il divario tra i candidati si ampia sensibilmente rispetto a una settimana fa, con l’ex presidente che ottiene il 47 per cento (+3 su una settimana fa) contro il 31 del militare in pensione (-2 su una settimana fa). Bolsonaro riduce invece il distacco nella fascia degli over 60 anni grazie a un incremento dal 32 per cento della scorsa settimana al 34 per cento attuale, al contrario di Lula che vede ridurre l’apprezzamento dal 45 a al 43 per cento.
Lula resta favorito nell’elettorato con con un’educazione di base (scuola dell’obbligo), il 56 per cento, contro il 26 per cento di Bolsonaro, mostrando un aumento di 2 punti percentuali contro il calo di un punto percentuale per il capo dello stato. Lula mantiene i consensi della scorsa settimana nel semento relativo agli elettori con diploma di scuola superiore: il distacco tra il leader del Pt e il presidente in carica resta di 10 per cento, il 45 contro il 35 per cento, la scorsa settimana le percentuali erano del 44 e 34 per cento. Il gradimento di Lula cresce di tre punti in una settimana nella fascia di popolazione di elettori laureati, ottenendo il 39 per cento dei consensi, contro il 38 per cento, stabile, di Bolsonaro.
Quanto alla distribuzione per censo, Lula è ancora in netto vantaggio nella fascia di reddito più bassa, 57 per cento contro il 24 per cento di Bolsonaro tra chi guadagna fino a 2 salari minimi al mese (un salario minimo è di circa 1.100 real, pari a 215 euro). Di contro Bolsonaro mostra vantaggio nelle altre fasce con un margine che tende ad aumentare. Oggi il presidente raccoglie il 43 per cento dei consensi contro il 36 di Lula nella fascia di elettori che guadagnano tra 2 e 5 salari minimi, il 46 per cento contro il 35 per cento tra chi guadagna tra 5 e 10 salari minimi e il 45 per cento contro il 35 tra chi guadagna oltre 10 salari minimi.
Interessante anche la distribuzione per confessione religiosa. Nell’ultima settimana Lula, raccoglie maggiore apprezzamento nell’elettorato di fede cattolica, passando dal 51 al 53 per cento, mentre Bolsonaro, tra i cattolici non va oltre il 28 per cento (stabile rispetto alla precedente rilevazione). Il presidente in carica resta favorito nell’elettorato di fede evangelica, confessione che nel giro di pochi anni ha guadagnato enorme popolarità nel Paese: il 50 per cento si dice pronta a riconfermare Bolsonaro, un punto in meno rispetto al sondaggio della scorsa settimana, contro il 32 per cento di favorevoli a Lula (stabile su una settimana fa). Anche gli elettori che praticano altre religioni (afro-brasiliane e spiritualiste) pendono in favore di Lula, 43 per cento contro il 32 del capo dello stato. Atei e agnostici sono tutti a favore del leader Pt, 54 per cento, contro il 22 per cento di Bolsonaro.
Il primo turno delle elezioni è previsto per legge il 2 ottobre. Il diritto di voto è concesso ai cittadini che abbiano compiuto 16 anni ed è obbligatorio tra i 18 e i 70 anni. Le stime fornite dalle autorità elettorali parlano di un bacino di 156,4 milioni di elettori. Nel caso nessuno degli aspiranti presidenti ottenga il 50 per cento dei voti più uno, si ricorrerà a un ballottaggio tra i due candidati più votati, il 30 ottobre. I brasiliani all’estero voteranno solo per il presidente. In palio ci sono poi i 513 seggi della Camera dei deputati e 27 degli 81 scranni del Senato. Le urne si apriranno inoltre per l’elezione di governatore e vice governatore dei 26 Stati e del Distretto federale di Brasilia, con l’eventuale ricorso al ballottaggio nelle stesse modalità e calendario della corsa alla presidenza. Verranno rinnovate infine anche le rispettive assemblee legislative statali. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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