La giunta militare del Mali ha accusato il presidente francese Emmanuel Macron di un atteggiamento “neocoloniale, paternalistico e condiscendente”, invitandolo a smetterla di criticare l’esercito maliano e di diffondere “l’odio etnico”. “Il governo di transizione chiede che il presidente Macron abbandoni definitivamente il suo atteggiamento neocoloniale, paternalistico e condiscendente per capire che nessuno può amare il Mali più dei maliani”, ha affermato in una dichiarazione trasmessa dalla televisione pubblica il portavoce del governo, Abdoulaye Maïga, il quale ha anche condannato le presunte osservazioni “odiose e diffamatorie” che incolpano l’esercito maliano di aver ucciso civili durante le recenti operazioni militari e ha criticato Macron per aver sollevato accuse “erronee” “nonostante le smentite” del governo maliano. La dichiarazione segue le osservazioni di Macron che durante il suo viaggio in Africa occidentale la scorsa settimana è tornato a denunciare il dispiegamento di mercenari russi della compagnia Wagner al fianco dell’esercito maliano, accuse finora sempre negate dal governo di transizione di Bamako.
Parlando in conferenza stampa a Bissau al fianco dell’omologo Umaro Sissoko Embalò, presidente di turno della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao), Macron ha definito la “complicità” tra la giunta al potere in Mali e il gruppo russo Wagner “particolarmente inefficace per lottare contro il terrorismo” e ha accusato le autorità di Bamako di non avere più come priorità la lotta al terrorismo, spiegando che proprio questo ha portato le truppe militari della Francia “a lasciare” il territorio maliano. L’esercito maliano e i paramilitari russi sono stati accusati di aver compiuto un massacro di civili nella città centrale di Moura alla fine di marzo, secondo quanto emerso in particolare da un’inchiesta dell’organizzazione non governativa Human Rights Watch (Hrw). Le relazioni tra Parigi e Bamako si sono notevolmente deteriorate negli ultimi due anni, dopo il doppio colpo di Stato del 2020 e 2021 e la graduale attrazione del Mali verso l’orbita russa. Entro la fine di quest’anno la Francia prevede di dimezzare dagli attuali oltre 5 mila effettivi a circa 2.500 uomini la sua presenza militare in Mali, organizzata nell’operazione Barkhane e nella Task force europea Takuba: il progressivo ritiro ha interessato da subito proprio le basi militari di Gossi, Menaka e Gao, che sono state chiuse, e che sono vicine ad aree oggi sono interessate da nuovi violenti attacchi. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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