L’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar “non ha preso parte agli scontri avvenuti a Tripoli e non appoggia nessuna parte politica nella crisi”. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” Ahmed al Mismari, portavoce dell’esercito basato nell’est del Paese, commentando l’ultimo tentativo del premier del Governo di stabilità nazionale (Gsn) designato dal Parlamento di Tobruk, Fathi Bashagha, di strappare il potere al rivale Abdulhamid Dabaiba, capo dell’esecutivo di unità nazionale (Gun) riconosciuto dalle Nazioni Unite. “Il comando generale delle Forze armate prende le distanze da questo conflitto, nonostante il nostro sostegno alla legittimità rappresentata dal Parlamento libico”, ha detto Al Mismari.
“Ci rammarichiamo per questi scontri che hanno causato la perdita di vite umane, oltre alla distruzione di proprietà private e governative che costeranno un sacco di soldi alle casse dello Stato”, ha detto ancora il portavoce delle forze del generale Haftar. “Chiediamo la fine di questi scontri, che si ripetono con cadenza ormai settimanale e che aumentano le sofferenze dei cittadini, alla luce del deterioramento delle condizioni economiche, dei servizi e della mancanza di sicurezza”, ha aggiunto il portavoce dell’Lna. “Il Comando generale dell’Esercito libico ritiene che la soluzione sia organizzare elezioni libere ed eque, dopo aver concordato una base costituzionale per affrontare questi problemi e conflitti. Riteniamo che le elezioni siano l’unico modo per unificare le istituzioni sotto la guida di un presidente e di un governo”, ha concluso Al Mismari.
Gli scontri armati avvenuti nel centro di Tripoli sabato 27 agosto si sono conclusi con un bilancio di 32 morti e 159 feriti. Dopo diverse ore di scontri con armi pesanti e leggere nel centro di Tripoli, a pochi metri dall’area in cui hanno sede le ambasciate straniere, la capitale della Libia è tornata in seguito sotto il controllo delle forze vicine a Dabaiba: la milizia Rada, guidata da Abdel Raouf Kara; la Brigata 444, guidata da Mahmoud Hamza; e la Forza di sostegno alla stabilizzazione, guidata da Abdel Ghani al Kikli. Bashagha e i gruppi armati al suo seguito, invece, si sono ritirati. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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