Il re del Marocco Mohammed VI tende “ancora una volta” la mano all’Algeria, a quasi un anno dalla rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi vicini. In occasione del tradizionale discorso alla nazione nell’anniversario dell’ascesa al trono, il sovrano ha parlato del ruolo delle donne, della riforma del sistema sanitario e del dialogo con l’Algeria. “Aspiriamo a lavorare con la presidenza algerina affinché Marocco e Algeria possano stabilire, mano nella mano, relazioni normali tra due popoli fraterni”, ha detto il re. “Sottolineo ancora una volta che i confini che separano il popolo marocchino dal popolo fraterno algerino non saranno mai barriere che ne impediscano l’interazione e la comprensione. Il nostro desiderio è che questi confini diventino ponti che consentano al Marocco e all’Algeria di accedere a un futuro migliore e di offrire un bell’esempio di armonia agli altri popoli del Maghreb. In questa occasione, esorto i marocchini a preservare lo spirito di fratellanza, solidarietà e buon vicinato che li anima nei confronti dei nostri fratelli algerini”, ha detto Mohammed VI.
Anche l’anno scorso, il sovrano aveva scelto di rivolgersi all’opinione pubblica algerina nel mezzo di una grave crisi con Algeri. Vale la pena ricordare che l’Algeria ha interrotto le relazioni diplomatiche con il Marocco nell’agosto 2021, accusando Rabat di “atti ostili”. Una decisione “del tutto ingiustificata”, secondo Rabat. La principale disputa tra i due Paesi del Maghreb riguarda il territorio del Sahara occidentale. Lo status di questa ex colonia spagnola, considerata dalle Nazioni Unite “territorio non autonomo”, ha contrapposto il Marocco agli indipendentisti saharawi del Fronte Polisario, sostenuti da Algeri, sin dagli anni ’70. Rabat, che controlla quasi l’80 per cento di questo territorio, sostiene un piano di autonomia sotto la sua sovranità. Il Polisario chiede invece un referendum di autodeterminazione sotto l’egida dell’Onu. Inoltre, l’Algeria, sostenitrice della causa palestinese, non perde occasione per denunciare la crescente cooperazione, in particolare militare, del Marocco con “l’entità sionista”, vale a dire Israele.
Nel resto del suo intervento dal forte tono socio-economico, Mohammed VI ha fissato le priorità nazionali: la riforma del codice della famiglia a favore dei diritti delle donne, la protezione sociale, il controllo dei prezzi – in una situazione internazionale di tensioni inflazionistiche -, e la vaccinazione per combattere la pandemia di Covid-19. “In meno di un anno, il numero dei lavoratori autonomi e il numero delle famiglie beneficiarie dell’Assicurazione sanitaria ha superato la soglia dei sei milioni di iscritti”, ha detto il re, insistendo sul carattere solidale di questo progetto di interesse nazionale di cui dovrebbero beneficiare circa sette milioni di bambini, in particolare quelli appartenenti a famiglie indigenti o in situazioni precarie e tre milioni di famiglie senza figli in età scolare. Il re ha parlato anche del ruolo della donna in Marocco. “La nostra ambizione è perseguire la costruzione di un Marocco avanzato, forte nella sua dignità. È quindi essenziale che tutti i marocchini, uomini e donne, partecipino attivamente alle dinamiche di sviluppo. Questo è il motivo per cui insistiamo ancora una volta sulla necessità che le donne marocchine forniscano il loro pieno sostegno in tutti i settori”, ha aggiunto Mohammed VI.
Tra le riforme intraprese in Marocco vi è la promulgazione del Codice della famiglia e l’adozione della Costituzione del 2011 che sancisce l’uguaglianza tra uomini e donne nei diritti e nei doveri e, di conseguenza, stabilisce il principio di parità come obiettivo che lo Stato deve cercare di raggiungere. Lo spirito della riforma consiste nell’assicurare alle donne il pieno godimento dei legittimi diritti loro conferiti dalla legge. “Ci impegniamo a garantire che questo slancio di riforma sia attuato in perfetta armonia con i disegni ultimi della legge islamica (sharia) e le specificità della società marocchina. Assicuriamo inoltre che (lo slancio riformistico) sia intriso di moderazione, apertura mentale nell’interpretazione dei testi, desiderio di consultazione e dialogo, e che possa contare sul sostegno di tutte le istituzioni e degli attori coinvolti”, ha aggiunto il re Mohammed VI, 58 anni, al potere in Marocco dal luglio 1999, quando successe a suo padre, Hassan II. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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