Il tribunale distrettuale della Virginia orientale, negli Stati Uniti, ha ritenuto oggi il generale Khalifa Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), responsabile di crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante la seconda guerra civile libica. Lo ha confermato lo studio legale McCue Jury & Partners, che ha portato avanti il caso negli Usa, in un comunicato stampa. L’accusa sosteneva che Haftar, in qualità di comandante dell’Lna, fosse responsabile di molteplici crimini di guerra commessi contro i civili da parte dei militari e dei mercenari sotto il suo controllo, in particolare durante l’assedio di Ganfouda, e delle perdite e delle sofferenze inflitte ai querelanti. Il livello dei danni, aggiunge lo studio legale, sarà determinato in un’udienza separata: le vittime chiedono oltre 50 milioni di dollari.
La condanna in contumacia contro il generale Khalifa Haftar per crimini di guerra e crimini contro l’umanità da parte del tribunale distrettuale della Virginia orientale, negli Stati Uniti, “avrà scarso effetto sulla situazione libica”. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” Jalel Harchaoui, ricercatore specializzato in Libia. “Già diverse settimane fa, quando Haftar non si è presentato davanti al giudice federale degli Stati Uniti in Virginia, gli osservatori sapevano che il feldmaresciallo sarebbe stato condannato di default nella lunga causa contro di lui. Questo verdetto avrà scarso effetto sulla situazione libica. La famiglia Haftar è già pronta a perdere diversi asset negli Stati Uniti. I diplomatici statunitensi evitano già di apparire pubblicamente con il comandante dei ribelli. La dinamica è quella per cui Haftar riceve un forte sostegno da un certo numero di nazioni; nulla di tutto ciò cambierà a seguito della causa in Virginia. L’effetto netto è prossimo allo zero”, ha detto Harchaoui. Di parere opposto invece Tarek Megerisi, analista libico e policy fellow presso l’European Council on Foreign Relations (Ecfr), secondo cui la condanna – anche se civile e non penale – avrà serie conseguenze per il corso politico del generale. “La classificazione ufficiale di Haftar come criminale di guerra renderà più difficili le sue ambizioni politiche. Sarà interessante vedere gli effetti a catena, se ci sarà una revisione dei suoi beni negli Stati Uniti e in che modo questa sentenza influirà sui suoi figli, che hanno anch’essi delle proprie ambizioni in politica”, ha detto Megerisi a “Nova”.
Il dipartimento di Stato Usa “non entra nel merito di procedimenti legali privati che non vedono un suo coinvolgimento: tuttavia, gli Stati Uniti rimangono fortemente preoccupati in merito alle presunte violazioni dei diritti umani commesse dalle parti coinvolte nel conflitto in Libia”. Lo ha detto un portavoce del dipartimento di Stato, interpellato da “Agenzia Nova” dopo che il tribunale distrettuale della Virginia orientale ha ritenuto il generale Khalifa Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), responsabile di crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante la seconda guerra civile libica. “Gli Stati Uniti hanno ribadito più volte la necessità di fare sì che i responsabili di abusi e violazioni del diritto internazionale umanitario rispondano delle loro azioni”, ha aggiunto. Il riconoscimento da parte del tribunale distrettuale Usa è stato confermato dallo studio legale McCue Jury and Partners, che ha portato avanti il caso negli Stati Uniti, in un comunicato stampa. L’accusa sosteneva che Haftar, in qualità di comandante dell’Lna, fosse responsabile di molteplici crimini di guerra commessi contro i civili da parte dei militari e dei mercenari sotto il suo controllo, in particolare durante l’assedio di Ganfouda. L’ammontare dei danni, ha precisato lo studio legale, sarà determinato durante un’udienza separata: le vittime hanno chiesto più di 50 milioni di dollari.
Il generale libico, che possiede anche la nazionalità statunitense, ha tentato senza successo di far archiviare le accuse, rivendicando l’immunità come capo di Stato. Alla vigilia della sua deposizione lo scorso anno, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Leonie Brinkema aveva congelato momentaneamente il caso nel timore che potesse essere utilizzate per interferire nelle elezioni che si sarebbero dovute tenere lo scorso 24 dicembre in Libia, poi successivamente rimandate a data da destinarsi. “Haftar non è un eroe né un capo di Stato, ma semplicemente un assassino e un criminale di guerra. Oggi è una vittoria per tutte le vittime bel nostro Paese, le cui vite sono state spezzate dai suoi terribili crimini: oggi il futuro della Libia sembra più luminoso. La giustizia non sarà negata o deviata”, ha detto Ali Hamza, uno dei querelanti.
Dopo aver servito nelle Forze armate ai tempi del leader libico Muammar Gheddafi, Haftar aveva disertato negli Stati Uniti durante gli anni ’80 a seguito della sua cattura nella guerra tra Libia e Ciad. Il generale aveva poi trascorso i successivi anni vivendo nel nord della Virginia, dove lui e la sua famiglia continuano ancora oggi possedere delle proprietà. Nel 2011, Haftar ha fatto ritorno in Libia per sostenere gli oppositori del regime durante la guerra civile, scoppiata dopo l’intervento Nato favorito dalla Francia. Negli anni successivi, Haftar ha raggiunto il comando dell’autoproclamato Esercito nazionale libico e liberato a Cirenaica dalla presenza dei gruppi armati islamisti rivali con l’operazione militare Karama (“Dingità”), lanciata nel 2014. Nell’aprile del 2019, egli ha tentato, senza successo, di prendere il potere nel Paese, cercando di conquistare militarmente la capitale Tripoli e di deporre l’allora Governo di accordo nazionale (Gna) riconosciuto dalla comunità internazionale. Il cessate il fuoco del 2020 avrebbe dovuto portare alle elezioni nel dicembre 2021, ma il voto è stato rimandato per le controversie sulla legge elettorale e i candidati. La questione del doppio passaporto è ancora oggi uno dei principali ostacoli all’adozione delle regole per andare al voto. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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