La legge n. 12.987/2014, emanata dalla presidente Dilma Rousseff, istituisce il 25 luglio come Giornata internazionale delle donne nere latinoamericane e caraibiche. È anche conosciuta come la Giornata Nazionale di Tereza de Benguela e della Donna Nera.
La data è stata creata per riconoscere la lotta e la resistenza delle donne nere contro l'oppressione di genere, il razzismo e lo sfruttamento di classe. Dal 2002 il mese di luglio viene celebrato anche come Julho das Pretas
Tereza de Benguela, nata nel Mato Grosso, era un leader quilombola che divenne un simbolo della resistenza nera e indigena per oltre 20 anni. Affrontò coraggiosamente la corona portoghese fino al 1770, quando fu catturata e uccisa.
L'eredità degli schiavi ha costruito una società strutturata su razzismo e patriarcato. Occupando la base della piramide sociale, le donne di colore hanno accesso ai salari più bassi e hanno livelli di scolarizzazione più bassi, pur essendo costantemente vittime di violenza.
La frequente disumanizzazione delle donne nere comporta anche l'erotizzazione dei loro corpi, l'abbandono emotivo e l'esclusione dall'accesso a molti diritti.
Organizzate da vari movimenti sociali e politici, le donne nere promuovono attività volte a discutere le loro esperienze, stimolare riflessioni e costruire raccomandazioni per affrontare le disuguaglianze intersezionali, che incidono e rendono difficile la vita nella società.
Le donne nere guidano diverse questioni sociali strutturanti per il mantenimento delle loro vite, che vanno dall'istruzione, alla salute, alla cultura, ai diritti riproduttivi all'alloggio.
Né possiamo non affrontare la questione del lavoro delle donne nere. La proiezione del tasso di disoccupazione per il 2022 è del 13% e, secondo i dati ufficiali, questo indice potrebbe essere mantenuto fino al 2026.
Questi dati sono allarmanti. Nel 2021, il tasso di disoccupazione tra i neri era del 71% superiore a quello tra i non neri. Per le donne nere, il tasso di disoccupazione era il doppio di quello degli uomini non neri.
Le donne nere hanno ancora i tassi più alti di disoccupazione, sottoccupazione e sottoutilizzo, sebbene rappresentino la maggior parte della popolazione in età lavorativa e siano addirittura senza lavoro per un periodo di due anni, sopravvivendo con meno di un salario minimo.
Abbiamo anche l'approfondimento della precarietà del lavoro, della pejotizzazione e dell'uberizzazione, che ha gettato migliaia di donne di colore nel sistema di microimprenditoria individuale (MEI). A prima vista appare come un'alternativa per generare reddito, ma senza diritti e senza un contratto formale. Questo modello di imprenditorialità rende questi lavoratori precari e indebitati.
Pertanto, questa giornata è importante per parlare della realtà delle donne nere e sottolineare la necessità di politiche pubbliche e affermative per rompere le disuguaglianze sociali che ancora strutturano i rapporti di lavoro.
*Questo è un articolo di opinione. L'opinione dell'autore non esprime necessariamente la linea editoriale del quotidiano Brasil de Fato .
Fonte Brasil de Fato-BR (Paranà)
Testo di Iside Garcia
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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