È salpata dal porto di Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia, sul Mar d’Azov, la prima nave mercantile carica di grano dopo mesi di blocco. Lo ha dichiarato questa mattina il governatore dell’amministrazione militare-civile filorussa della regione di Zaporizhzhia, Yevhen Balitsky, sul proprio canale Telegram. “Dopo diversi mesi di inattività, la prima nave mercantile ha lasciato il porto commerciale di Berdyansk. 7 mila tonnellate di grano sono partite verso i Paesi amici. La sicurezza della nave da carico secco è fornita da imbarcazioni della base navale di Novorossijsk della flotta del Mar Nero. La baia di Berdyansk e il porto stesso sono completamente sicuri e i lavoratori e le attrezzature portuali sono pronti per effettuare il trasbordo di merci”, ha scritto Balitsky.
Le milizie di Luhansk rivendicano il controllo della raffineria di Lysychansk
La raffineria di petrolio di Lysychansk è passata completamente sotto il controllo delle forze russe e delle milizie alleate di Luhansk. Lo ha dichiarato questa mattina l’ambasciatore della repubblica popolare di Luhansk in Russia, Rodion Miroshnik, sul proprio canale Telegram. “Il territorio della più grande raffineria di petrolio in Ucraina, quella di Lysychansk, è passato completamente sotto il controllo delle forze alleate. Nella zona industriale dell’impresa, le schermaglie sono in corso da diversi giorni e ora le formazioni ucraine sono state completamente scacciate dal territorio dell’impianto”, ha affermato Miroshnik. A suo dire tutte le arterie di trasporto meno significative della zona sono controllate dalle truppe russe e dalle milizie di Luhansk, mentre l’autostrada Lisichansk-Artemovsk è ora completamente bloccata.
Una versione, quella dell’ambasciatore Miroshnik, che contrasta quella fornita nell’ultimo rapporto dello Stato maggiore delle forze armate ucraine. Secondo il documento, infatti, le truppe russe stanno effettivamente prendendo d’assalto la raffineria petrolifera di Lysychansk, ma senza averne assunto ancora il pieno controllo, mentre i combattimenti sarebbero ancora in corso. “In direzione di Donetsk, il nemico, con il supporto dell’artiglieria, sta cercando di bloccare la città di Lysychansk e prendere il controllo dell’autostrada Lysychansk-Bakhmut”, si legge nel rapporto. Verso Bakhmut sono stati registrati bombardamenti vicino a Berestovo, Pokrovsky e Zvanivka e un attacco aereo russo vicino a Pokrovsky. I militari ucraini hanno fermato l’offensiva e inflitto “perdite significative” alle truppe russe nelle aree degli insediamenti di Klinove e Novoluganske, oltre a respingere l’assalto in direzione di Vuhlehirska.
Putin respinge le accuse di terrorismo a Kremenchuk e attacca la Nato
“Non c’è stato alcun attacco terroristico a Kremenchuk”, città ucraina nella regione di Poltava. Lo ha detto ieri il presidente russo Vladimir Putin ad Ashgabat, in Turkmenistan, dove si trovava in visita per partecipare al vertice dei cinque Paesi del Caspio. Secondo il capo dello Stato, l’esercito russo non colpisce obiettivi civili. Il presidente ha quindi ribadito la versione più volte espressa dal Cremlino, secondo cui l’obiettivo dell’attacco a Kremenchuk sarebbe stato un impianto di manutenzione e riparazione di mezzi corazzati e che, una volta colpita questa struttura, l’incendio scaturitone si sarebbe esteso sino al vicino centro commerciale. Parlando del procedere del conflitto, Putin ha affermato che le forze russe in Ucraina stanno avanzando e soddisfacendo gli obiettivi e che l’operazione speciale “procede secondo i piani”. Il presidente russo ha anche rivolto un attacco alla Nato, dopo che ieri è giunto l’invito ufficiale all’adesione a Finlandia e Svezia, affermando che se l’Alleanza atlantica schiererà le proprie forze nei due Paesi scandinavi la Russia risponderà in modo speculare. Putin ha detto che la Russia non ha “nulla di cui preoccuparsi per quanto riguarda l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato”. Secondo il presidente russo, i due Paesi scandinavi “dovrebbero capire che prima non c’erano minacce per loro”, ma ora “nel caso di un dispiegamento di contingenti militari e di infrastrutture della Nato”, la Russia “sarà costretta a rispondere in modo speculare”, provocando lo stesso genere di minacce che agendo in tale senso vengono causate al territorio russo. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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