Oggi,18 marzo 2022,padre Luciano Bernardi,veneto di Falzé di Trevignano(Treviso), francescano conventuale, festeggia a Salvador da Bahia, Brasile, 50 anni di sacerdozio.Augurissimi affettuosi da parte di tutti gli amici per il proseguimento proficuo della sua Missione in Cristo.Preghiamo per Lui e leggiamo assieme la lettera da lui scritta ad amici e familiari per questo giorno davvero "molto speciale".
Carissimi tutti,
chiedo scusa se nomino per primi quelli della mia famiglia. Dopo 50 anni di sacerdozio, essi meritano il primo posto: Bepi, Checco, Vittoria, Anna e Marta con Adriano, suo marito, e i loro figli Laura e Davide. Alcuni c´erano gia’ il 18 marzo 1972, quando fui ordinato presbítero nella bellissima chiesa di Falze’. Altri sono arrivati dopo.
Mercoledí 18 marzo di quest´anno, in una piccola chiesa di Salvador, insieme ai fratelli e sorelle francescani e francescane, ai laici e laiche, ai colleghi della CPT - Comissione Pastorale della Terra e dell´Acqua -, celebreró 50 anni di presbitero al termine della novena per la festa di san Giuseppe.
Sono arrivato in Brasile da Padova con la nave “Cristoforo Colombo”, salpando da Genova nel gennaio 1975 e ho trascorso i primi 7 anni nel Paraná, a Guaraniaçu, sud del Brasile (480 km dalla capitale, Curitiba).
Nel 1983 ho chiesto ed ho ottenuto di inserirmi in una equipe pastorale all´interno della Bahia (Itaberaba, a 300 km dalla capitale Salvador).
Nel 1983, con una pacifica occupazione di terra, ma con una decisione piena di fede e coraggio, centinaia di nuclei familiari, senza casa, senza terra e senza futuro, hanno potuto, aiutandosi gli uni gli altri, costruire le loro sedi provvisorie: capanne con pali, fango e coperte di foglie di palme. Nacque così, in tre gorni, un nuovo quartiere con vie strette in un terreno pieno di saliscendi. Dopo pochi anni, per scongiurare la violenza e gli assalti degli approfittatori ai poveri e ai piú disperati, il quartiere è stato battezzato con il nome significativo “quartiere della Pace”.
Siamo negli anni 90. L´assistenza della diocesi di Salvador e di alcune congregazioni missionarie e gruppi di solidarieta’, la volontá ferrea di non accettare piú ordini e minacce di espulsione (che non erano mai mancate) hanno permesso il sorgere di sette/otto comunitá cattoliche, accanto a moltissime altre comunitá evangeliche del ramo pentecostale protestante. Tutti insieme per difendersi e progredire.
É in questo quartiere che, da quattro anni, lavoriamo anche noi francescani.
La pandemia del coronavirus ci ha bloccati. Oggi siamo tre francescani conventuali: due presbiteri e un giovane fratello, che ha voluto valorizzare la sua vocazione di essere “fratello” come San Francesco, decidendo di non essere prete. Vive e collabora con noi in tutto ció che as fare Ora sta animando la pastorale vocazionale. Ed aiuta i Giovani a pensare.
La mia vita di prete missionario si é svolta, in questi 50 anni, sempre a servizio del Vangelo e dei poveri.Nel Paraná (i primi otto anni) i poveri erano i piccoli coltivatori con poca terra e sempre con difficoltá di ricevere i servizi di salute di base e un minimo conforto.
Qui nella Bahia i poveri l ci sono ancora oggi. Dal 1983 i poveri sono “i senza terra”, con
moltissime precarietá, anche se vicino c’e’ una stazione della metropolitana che va al centro di Salvador e all´areoporto.
Cosa da non crederci 10-15 anni fa.
Terra ed Acqua! Noi francescani e preti, con missionari baiani e di vari paesi, abbiamo avuto la grazia di renderci conto, con la luce dello Spirito Santo e con l´incoraggiamento di vescovi e pastori eroici, che la terra e’ un dono gratuito di Dio per tutti, alla pari dell´aria che ci permette di respirare.
In questi 50 anni, ho sentito l´aiuto di Dio in molti momenti. Tra questi, devo riconoscere che la presenza della mia parrocchia di Falzé e, subito dopo, della commissione pastorale di Trevignano, Signoressa e Musano, sono state e sono una presenza di Dio per tutti.
A Lui, al Signore, il nostro grazie, pur in mezzo a lacrime e tristezze. Non mancano, peró, i sorrisi che, ci danno animo.
Oggi, nella povertá e nella fame, che purtroppo sono ritornate in Brasile, le preoccupazioni sono aumentate con il coronavirus e con il mutamento radicale (a destra!) delle politiche sociali, che praticamente sono state abolite. Oggi viviamo sotto minaccia di retrocedere sempre di piú. Peggio di noi vivono i poveri più poveri, soprattutto gli índios e i neri. Eliminarli, anche fisicamente, sembra la politica chiara dell´attuale governo, che assume spesso misure di austerita’ per fare cassa. E questo nonostante il grido di genocida rivolto contro l´attuale presidente.
Costante e generosa in questi 50 anni, cominciando dalla gente di Falzé, è stata l’elargizione di offerte, che ho sempre messo a disposizione dei gruppi pastorali e sinodali, come papa Francesco ci invita a fare, cioe’ “camminare insieme, sinodalmente”.
Da 50 anni la Chiesa dell’América Latina ci ha chiamati a questo impegno che molti di voi, dall´Italia e dall´Austria, ci hanno aiutato ad assumere, senza mai pentirci e senza alcuna aria di eroismo, ma con la verità che Gesú ha espresso nel Vangelo: “quando avete tentato di fare tutto bene, ringraziate il Signore e i vostri fratelli che vi hanno aiutato e dite: “non abbiamo fato niente di straordinario, ma solo quello che dovevamo fare”.
E cioe’: preservare la vita e la salute delle persone e salvaguardare la vita della natura,
dell´ambiente, nostra casa comune.
Prego il Padre Nostro e vi prego di ricordarmi a questo Padre e alla primissima Comunitá, che è Dio: Padre, Figlio e Spírito Santo. La invochiamo in ogni benedizione.Attraverso la Trinitá, Maria del Carmine ci guarda. Io guardo a lei da Falzé (che ho in cuore), dove la Madonna del Carmine ci conosce tutti. Dal Messico, guardo ai numerosi missionari e missionarie che ci hanno appoggiati, con gli occhi su tutta l´América Latina, Africa e sul mondo. Maria di Guadalupe continua a dirci, come all’indio Juan Diego: “Non aver paura, non vedi che sono qui io, tua madre?”.
Vi abbraccio tutti: coloro che continuano la loro missione silenziosa (malati, anziani), - gli alpini, i cantori del coro, i chierichetti e chierichette, i ministri e ministre della comunione, catechiste, sagrestani, - liturgisti, studiosi della Bibbia e delle realtá sócioeconomiche, politiche e culturali, organizzazioni giovanili,
- il gruppo missionário con Paola e gli altri, la Caritas, don Silvio e gli altri presbiteri che non conosco piúTutti e tutte siate solidali in ogni direzione. Non dimentico i nostri carissimi morti che affollano il nostro piccolo grande cuore.
p. Luciano Bernardi
whatsapp: 55 71 991 04 44 36
Credo di averla conosciuta, sono amica di Lucia E Ludovico. Mi chiamo Marina, quando mi vide mi disse che intorno a me vedeva tutta un aurerà bianca, disse che era un dono, una benedizione, che aiuto tanta gente….. infatti ero lil capo gruppo di loro …. Sono venuta con Ludovico a cercarla anche in una parrocchia di vicino ai 2 pini … mi dica se è’ lei…. In ogni caso vorrei che pregasse X me, X la mia anima, X la mia serenità, X la mia fede, la pace del cuore. Vorrei dire al Signore sia fatta la tua volontà, ma dirlo con il cuore grazie infinite . La prego mi benedica, Amen
Scritto da: Marina camilli | 04/06/22 a 18:10