Il leader golpista e presidente ad interim del Burkina Faso, Paul-Henri Sandaogo Damiba, ha approvato una Carta transitoria che gli consentirà di rimanere al potere per tre anni. La firma, fa sapere l’emittente “Rfi”, è avvenuta ieri al termine della Conferenza nazionale sulla transizione, che ha accolto le proposte presentate dalla commissione tecnica istituita dalla giunta militare per redigere la Carta e la futura agenda della transizione. Il documento prevede inoltre che a Damiba non sarà permesso di candidarsi alle elezioni presidenziali previste per il 2025. La nuova Carta di transizione è stata approvata dopo diverse ore di discussioni dai 350 delegati che hanno deciso un periodo di transizione di tre anni prima delle elezioni, un periodo più lungo di quanto inizialmente proposto dalla commissione tecnica che aveva proposto una durata di 30 mesi. Secondo quanto riferito, i dibattiti sono stati tesi su diversi punti della Carta, in particolare per quanto riguarda la durata della transizione, il numero dei rappresentanti all’organo legislativo e la possibilità per gli attori della transizione di partecipare alle prossime elezioni, tuttavia dopo lunghe discussioni la Carta è stata finalmente adottata per consenso e firmata dal presidente Damiba.
La Carta prevede un periodo di transizione di tre anni e stabilisce che né il presidente né il primo ministro né il presidente del Parlamento potranno candidarsi alle elezioni generali che porranno fine al periodo di transizione. Sarà inoltre istituito un governo di un massimo di 25 ministri e l’Assemblea legislativa conterà 71 membri. Tra i parlamentari ci saranno 21 persone nominate dal presidente della Transizione, 16 rappresentanti delle Forze di difesa e sicurezza, 13 rappresentanti di organizzazioni della società civile, otto rappresentanti di partiti politici e 13 rappresentanti delle diverse regioni del Paese. Tutti riceveranno uno stipendio per il loro lavoro, contrariamente a quanto proposto dalla commissione tecnica. Nelle intenzioni della giunta militare, la proroga del periodo di transizione dovrebbe consentire l’attuazione dell’agenda per la riconquista delle località assediate dai gruppi armati e il ritorno al normale ordine costituzionale.
A metà febbraio il leader golpista Paul-Henri Damiba ha giurato come presidente ad interim in una cerimonia che si è svolta davanti nella sala del Consiglio costituzionale. Damiba ha preso le redini del Burkina Faso dopo aver guidato un colpo di Stato con cui lo scorso 24 gennaio ha deposto il presidente Roch Marc Christian Kaboré. Dopo il golpe, Damiba ha rimosso il capo di Stato maggiore delle forze armate Gilbert Ouedraogo e il capo dell’agenzia d’intelligence nazionale e annunciato la sospensione della Costituzione, lo scioglimento del parlamento e l’istituzione di un governo provvisorio guidato dal neo-costituito Movimento patriottico per la salvaguardia e la restaurazione (Mpsr), da lui presieduto. Lo scorso 3 dicembre Damiba era stato nominato da Kaboré comandante della terza regione militare del Paese – che riunisce i territori della capitale Ouagadougou e delle circostanti Manga, Koudougou e Fada N’Gourma -, con il compito in particolare di gestire il sistema antiterrorismo nella zona orientale del Burkina e la sicurezza a Ouagadougou. La sua nomina, avvenuta per decreto, seguiva una vasta riorganizzazione operata dal capo dello Stato nelle gerarchie militari ed è stata annunciata il giorno dopo l’attacco jihadista a Inata, nel quale tre mesi fa sono morti 53 gendarmi e quattro civili. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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