Nasce a Torino in via Cialdini, presso la Casa dei Missionari della Consolata il progetto di un “Polo Culturale” voluto dalla Direzione Generale dell’Istituto e dalla Regione Europa.
Motivazione del progetto è quella di dare avvio a un centro di animazione missionaria innovativo.
E per innovativo s’intende il “fare ponte” con la città di Torino, e non solo con essa, a partire dal notevole e ricco patrimonio culturale che, nel corso di un secolo e più, l’Istituto dei Missionari della Consolata ha realizzato nell’ “andare alle genti”nei diversi continenti, dove è stato ed è presente tuttora.
Patrimonio che intende mettere a disposizione di tutti. Cioè di tutti coloro che ne fossero interessati. L’Istituto , infatti, ha ben due musei colmi di reperti riguardanti i cinque continenti, reperti di carattere prettamente scientifico come possono essere i fossili, alcuni semi di piante tropicali e animali imbalsamati di ogni genere e specie.
E ancora un secondo museo che racchiude, invece, materiali etnografici e antropologici come statue, vasellame, tanti oggetti ornamentali, maschere, armi etc. Accanto ai due musei uno spazio ampio nell’istituto è sempre stato riservato ad una fornitissima e ricca biblioteca con pubblicazioni che consentono di ricostruire la storia dei missionari della Consolata e del suo fondatore, il beato Giuseppe Allamano, dalle origini dell’Istituto, attraverso scritti e pubblicazioni dei missionari ,che si sono succeduti nel corso degli anni. Anni che superano ormai il secolo.
Quando si è pensato al “Polo Culturale” si è pensato così, subito, di unificare i due musei e creare un unico museo ma non di tipo tradizionale. Bensì si è pensato a qualcosa di innovativo.
Un piano dello spazio a disposizione nella casa, il primo, sarà costituito da una sala sul cui pavimento verrà tracciato un planisfero, le cui frecce direzionali indicheranno le missioni esistenti nei differenti continenti, dove operano attualmente i missionari della Consolata. Qui ci saranno vetrinette con oggetti e immagini fotografiche che raccontano il tutto.
Nel secondo piano la sala presenterà delle anse tematiche ,seguendo le quali, sarà possibile approfondire, a seconda della scelta, un determinato contesto e un determinato tema. Questo vale per le scolaresche in particolare, le quali preparatesi in precedenza, verranno a verificare di persona quello che hanno appreso dai libri, e che continueranno ad approfondire per proprio conto una volta terminata la visita. Questo significa che se una curiosità intelligente li animerà, in un secondo tempo, essi potranno incontrarsi con i compagni e con altri giovani della città nel centro di animazione missionaria , guidati dal’équipe dei padri animatori. Naturalmente le visite non riguarderanno solo le scolaresche ma tutti coloro che avranno piacere di fare visita al “Polo Culturale”. In questo modo le differenti identità culturali e religiose presenti in Torino si potranno successivamente incontrare, conoscere e confrontarsi. E per ciascun volenteroso ci potrà essere in particolare l’approfondimento della propria identità culturale e religiosa e il piacere di “fare ponte” con l’altro, il diverso da noi. La biblioteca, il cui spazio è stato sacrificato per le due sale museali, troverà collocazione nel piano inferiore dell’istituto. Si tratta di una biblioteca con opere di etnografia, antropologia e missionarietà. Esse saranno consultabili su prenotazione dal pubblico esterno ma saranno fondamentali e disponibili sempre per coloro che parteciperanno al laboratorio di animazione missionaria.
Sia detto con chiarezza che il “Polo Culturale” ha nello specifico valenza interculturale in quanto dovrà essere un luogo di dialogo “interculturale” e “interreligioso” per persone che provengono da contesti differenti e da culture diverse. E che hanno voglia di incontrarsi e scoprirsi reciprocamente.
E questo è un discorso che riguarda non solo i laici, o i torinesi che vi accederanno, ma anche i missionari stessi, specie i giovani missionari , quelli che provengono da altri continenti, i quali in Torino, lavorando nelle parrocchie, devono inculturarsi di necessità E approfondire perciò tanto gli aspetti culturali che vocazionali e religiosi di quella che è stata ed è la propria scelta di vita.
Nei giorni 28 e 29 gennaio il progetto del “Polo Culturale” sarà presentato in tempi diversi alle autorità civili e religiose di Torino e, infine, al pubblico dei laici. E si chiederanno aiuti concreti (fondi), perché si tratta di un’iniziativa che comunque avrà i suoi costi, specie se la si vorrà mantenere funzionante negli anni a venire.
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