L’Alto Consiglio di Stato libico, un organo consultivo con sede a Tripoli, pensa che le elezioni presidenziali previste per il 24 dicembre "non raggiungeranno la fase finale, che è il riconoscimento e l’accettazione dei risultati". Lo ha detto Khaled al Mishri, il presidente dell’Alto consiglio di Stato libico, durante un incontro con Jan Kubis, l’inviato delle Nazioni Unite (Onu) per la Libia dimissionario. Da quanto emerso, Al Mishri ha sostenuto che "l’attuale processo elettorale è privo di qualsiasi fondamento per il successo, che sia legale o procedurale". Il presidente ha poi aggiunto che le elezioni "incontreranno molti ostacoli" e che l’Alto consiglio di Stato "sta lavorando per trovare soluzioni a questi ostacoli in modo da tenere elezioni chiare e accettabili che portino alla stabilità del Paese". Al momento, la tensione tra le parti coinvolte nel processo elettorale aumenta il pessimismo sulla tenuta del processo democratico. Negli ultimi giorni, infatti, le forze del generale della Cirenaica Khalifa Haftar hanno bloccato, schierando uomini armati e mezzi militari, la Corte di Sebha, nel Fezzan (regione sud-occidentale del Paese nordafricano), intenta a procedere con l’analisi del ricorso di Saif al Islam Gheddafi – il figlio di Muammar Gheddafi. Contemporaneamente, più attori politici e della società civile libica hanno protestato contro la legge elettorale emanata dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, l’altro organo legislativo del Paese. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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