Il presidente della Repubblica di Guinea Alpha Condé, deposto con il colpo di Stato dello scorso 5 settembre, è stato trasferito dai militari a casa della moglie Djenè Kaba, situata nella vicina periferia della capitale Conakry. Ne dà notizia “Jeune Afrique”, ricordando che fino ad oggi Condé è stato trattenuto prima in luogo sconosciuto dalle Forze speciali al soldo dei golpisti, quindi agli arresti domiciliari nel palazzo presidenziale dal colonnello Mamadi Doumbouya, che ha guidato il colpo di Stato e si è poi autoproclamato alla guida del nuovo governo. Secondo fonti di “Jeune Afrique”, Condé è stato accompagnato a casa della ex first lady domenica sera. La residenza della moglie fa parte della cosiddetta città ministeriale, costituita dai quartieri ufficiali evacuati dagli ex ministri di Condé dopo il golpe; in riva al mare, è situata vicino alla scogliera settentrionale che va dal quartiere di Bellevue al ponte dell’8 novembre, porta d’ingresso al centro di Kaloum.
In questi mesi Doumbouya si è sforzato di dare una parvenza democratica al governo da lui creato. Dopo aver nominato un primo ministro di estrazione civile, Mohamed Béavogui, in passato ai vertici del Fondo internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura (Ifad) nell’Africa occidentale e centrale, Doumbouya ha approvato la formazione di un governo di 25 membri – sette donne – senza particolare esperienza nella gestione della cosa pubblica. Il militare, in precedenza a capo delle Forze speciali guineane, ha inoltre tenuto colloqui con gli ambasciatori di Cina, Turchia, Russia, Francia, Sierra Leone e Stati Uniti, nel tentativo di rassicurare i partner internazionali ed affermando la determinazione del Comitato nazionale per il raggruppamento e lo sviluppo (Cnrd) – sotto il cui nome i golpisti si sono riuniti – a rispettare gli impegni internazionali della Guinea. Gli incontri si sono tenuti mentre i membri della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao) hanno tuttavia condannato il colpo di Stato e deciso di sospendere la Guinea da tutti i suoi organismi fino a quando non sarà ripristinato l’ordine costituzionale, chiedendo inoltre il rispetto dell’integrità fisica e morale del presidente Alpha Condé e il suo rilascio immediato. A poche ore dall’inizio del vertice Cedeao di settembre, i golpisti avevano nondimeno annunciato il rilascio di circa 80 detenuti, tra cui diversi oppositori del presidente Condé come Ismael Condé, membro dell’Unione delle forze democratiche guineane (Ufdg), e Mamady Onivogui, attivista per i diritti umani e la democrazia, entrambi detenuti da più di un anno. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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