Sta suscitando reazioni amare la decisione, annunciata ieri dal governo francese, di ridurre del 50% i visti concessi ad algerini e marocchini e del 30% i visti concessi ai tunisini. Una decisione “resa necessaria dal fatto che questi Paesi non accettano di riprendere cittadini che non vogliamo e che non possiamo trattenere in Francia”, ha giustificato Gabriel Attal (foto), portavoce del governo francese.
Attal ha specificato che tale decisione è motivata dal fatto che i Paesi del Maghreb si rifiutano di rilasciare i lasciapassare consolari per riportare alcuni migranti nel Paese di origine.
Dall’Algeria, Amar Belani, inviato speciale incaricato della causa del Sahara occidentale e dei Paesi del Maghreb arabo presso il ministero degli Esteri, ha reagito dicendo di prendere atto della decisione “sproporzionata” e di deplorarla.
“Nella forma, è un peccato perché arriva alla vigilia del viaggio di una delegazione algerina a Parigi per fare il punto su tutti i casi in sospeso e determinare il modus operandi più soddisfacente per rafforzare la cooperazione nel campo della la gestione dell’immigrazione irregolare”, ha precisato l’inviato speciale all’agenzia Aps. “La dimensione umana, in fondo, è al centro delle specificità del rapporto franco-algerino e dell’eccezionale partenariato che lega i due Paesi”, ha sottolineato.
A nome del governo del Marocco, il ministro degli Esteri Nasser Bourita ha detto di aver preso atto della decisione “ingiustificata”. Il Marocco, ha affermato, “ha sempre gestito la questione migratoria e il flusso delle persone con una logica di responsabilità e di equilibrio tra l’agevolazione degli spostamenti delle persone (…) e la lotta all’immigrazione clandestina”. Il ministro ha definito la decisione della Francia sovrana, “ma le ragioni che la giustificano richiedono precisione, un dialogo, perché non rispecchiano la realtà”.
Dalla Tunisia, un articolo di La Presse osserva che il problema non è una novità “e molti si chiedono perché questa vicenda riemerga improvvisamente e soprattutto, perché la Francia, che ha sempre preferito il dialogo con i suoi partner maghrebini, abbia avuto questa reazione così dura”. La risposta, secondo l’autore dell’articolo, si trova sul versante del calendario politico francese. “In effetti, sono iniziate le gare per vincere la corsa dell’Eliseo nel 2022” e a entrare nel ballo è il presumibilmente candidato di estrema destra Eric Zemmour, “che ha stabilito il suo tema elettorale preferito nei media e nell’opinione pubblica: l’immigrazione”.
Stamattina, il ministro francese dell’Interno Gerald Darmanin ha difeso la drastica riduzione del numero dei visti per Algeria, Marocco e Tunisia, spiegandola con la volontà di costringere questi tre Paesi del Maghreb a recuperare i propri cittadini quando la Francia li rimanda indietro. (Fonte AFRICA RIVISTA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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