I governi di Stati Uniti, Regno Unito e Irlanda hanno chiesto una riunione pubblica di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla crisi del Tigrè, in Etiopia, dove ieri le truppe del Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf) hanno riconquistato il capoluogo Macallè che da otto mesi era sotto il controllo delle forze federali governative. Lo riferiscono fonti diplomatiche citate dai media internazionali, secondo cui l’incontro potrebbe tenersi già venerdì. Nel frattempo, secondo quanto riferiscono fonti locali, migliaia di persone sono scese in strada in città esultando per la riconquista delle truppe tigrine dopo che queste ultime hanno preso il controllo delle strade e dell’aeroporto. Il governo etiope, da parte sua, non ha confermato la perdita di Macallè ma ha dichiarato ieri sera un cessate il fuoco unilaterale, mentre il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha dichiarato di aver avuto un colloquio con il primo ministro etiope Abiy Ahmed e ha auspicato una cessazione immediata delle ostilità. “I recenti eventi nella regione del Tigrè, in Etiopia, sono estremamente preoccupanti. Dimostrano, ancora una volta, che non esiste una soluzione militare alla crisi. Ho appena parlato con il primo ministro Ahmed e sono fiducioso che avrà luogo un’effettiva cessazione delle ostilità. È essenziale che i civili siano protetti, che gli aiuti umanitari raggiungano le persone bisognose e che si trovi una soluzione politica”, ha affermato Guterres in una dichiarazione.
Ieri sera il governo dell’Etiopia ha dichiarato un cessate il fuoco immediato e unilaterale nella regione del Tigrè dopo che le truppe del Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf) sono entrate nella città quasi otto mesi dopo la conquista da parte delle forze federali. Lo ha annunciato il governo di Addis Abeba in una nota ripresa dai media locali, precisando che il cessate il fuoco durerà fino alla fine della stagione della semina, a settembre. Il governo ha anche ordinato a tutte le autorità federali e regionali di rispettare il cessate il fuoco. “Il governo ha la responsabilità di trovare una soluzione politica al problema”, ha detto il capo dell’amministrazione provvisoria del Tigrè, Abraham Belay, aggiungendo che alcuni elementi all’interno dell’ex partito di governo del Tigrè sono disposti a impegnarsi con il governo federale per un accordo. La dichiarazione giunge poco dopo che i membri dell’amministrazione provvisoria del Tigrè, nominati dal governo federale dopo la conquista di Macallè nel novembre scorso, sono fuggiti dalla capitale regionale chiedendo un cessate il fuoco per motivi umanitari in modo da poter fornire gli aiuti disperatamente necessari alla popolazione della regione, sull’orlo della carestia.
In precedenza l’emittente “Tigray Guardians 24” aveva riferito che le Forze di difesa del Tigrè (Tdf), braccio armato del Tplf, hanno piantato la bandiera tigrina vicino all’Hawelti Semaetat, memoriale che celebra i martiri tigrini. Nelle ultime ore le truppe delle Forze di difesa dell’Etiopia (Endf) sono state viste lasciare il capoluogo tigrino a bordo di convogli di veicoli diretti verso Samre, situata a poco più di 50 chilometri più a sud di Macallè. Secondo “Tigray Guardians 24”, la maggior parte dei militari sono partiti la scorsa notte, mentre altre fonti contattate da “Agenzia Nova” hanno riferito che i militari in ritirata hanno saccheggiato uffici e locali a Macallè. Le stesse fonti hanno riferito della presenza di truppe Tdf alla periferia di Macallè e del loro imminente ingresso.
Già la scorsa settimana fonti locali avevano riferito ad “Agenzia Nova” che le truppe tigrine avevano preso il controllo di alcune aree della città di Adigrat, nel Tigrè settentrionale, ma solo per un tempo “molto breve” prima dell’intervento delle truppe eritree che in seguito l’hanno riconquistata. L’episodio giunge mentre sembra trovare riscontro la notizia secondo cui il Tplf – messo al bando dal governo federale etiope che lo considera un gruppo terroristico – avrebbe lanciato una controffensiva contro le truppe federali e i loro alleati eritrei spingendosi a sud verso il capoluogo regionale, Macallè. Testimoni citati dall’emittente “Bbc” riferiscono di aver visto convogli militari etiopi in ritirata. Il governo etiope sta affrontando una crescente pressione internazionale per porre fine ai combattimenti ed evitare una carestia nella regione del Tigrè, teatro di un cruento conflitto dal novembre scorso. Sia l’Etiopia che l’Eritrea hanno per mesi negato la presenza di militari eritrei nel Tigrè, nonostante molteplici testimonianze oculari, fino a quando nel marzo scorso l’ammissione è arrivata da parte dello stesso premier etiope. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Commenti