Al via oggi a Roma la prima visita in Italia del premier del governo di unità nazionale della Libia, Abdulhamid Dabaiba, e la sua delegazione, accolta ieri sera a Ciampino dal ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. Un ingente dispositivo di sicurezza stato dispiegato davanti al St. Regis Grand Hotel di Roma, di proprietà del Qatar, dove di solito alloggiano i delegati libici. Il cuore degli incontri della visita, la partecipazione al Forum economico italo-libico organizzato alla Farnesina insieme al ministro degli Esteri a cui faranno seguito i colloqui tra Dabaiba e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Dabaiba infatti detiene anche gli interim del dicastero della Difesa.
Il Forum che verrà organizzato alla Farnesina dal titolo “La nuova Libia si presenta alle imprese italiane” vedrà gli interventi del ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Di Maio, e del premier libico Dabaiba, moderati dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. All’evento parteciperanno i ministri libici della delegazione guidata da Dabaiba, tra i quali la ministra degli Esteri Najla al Mangoush, e una rappresentanza di imprese italiane, tra cui Snam, Saipem, Terna, Ansaldo Energia, Fincantieri, Psc Group, Italtel, Leonardo, WeBuild, Gruppo Ospedaliero San Donato, Cnh Industrial ed Eni.
Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova” da fonti libiche a Tripoli, durante la visita in Italia di Dabaiba, dovrebbero essere firmati almeno due accordi: uno sulla transizione energetica e l’altro sulla tutela dei beni archeologici. Al momento non risulta sul tavolo alcuna intesa su un accordo per trasferire i cittadini condannati di entrambi i Paesi affinché scontino la pena nei rispettivi Paesi di origine, come invece ventilato da alcuni organi di stampa del Paese nordafricano. Le notizie apparse sui media libici sembrerebbero tese a riaprire il caso dei “quattro calciatori” libici (Alaa Faraj al-Maghribi, del club Ahly Bengazi, Abdel-Rahman Abdel-Monsef e Tariq Jumaa al-Amami, del club Tahadi di Bengasi, e il giocatore Mohamed Essid di Tripoli) condannati in Italia per traffico di esseri umani, per i quali le autorità non riconosciute di Bengasi tentarono uno scambio con i 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati dalle forze del generale Khalifa Haftar lo scorso settembre 2020.
Le fonti libiche hanno riferito a “Nova” che sono in corso da tempo contatti per sviluppare un “forte partenariato nel settore della transizione energetica”, che includa anche una rilevante “componente di innovazione tecnologica e know-how”. Un nuovo patto di lungo-medio termine, spiegano le fonti, che potrebbe includere anche la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nel Fezzan, la vasta regione della Libia sud-occidentale ricca di risorse naturali. Si tratterebbe, in questo caso, di progetti di piccole dimensioni, ma assai significativi per il messaggio che mandano: la Libia del futuro non è solo legata agli idrocarburi, ma anche alle energie pulite e l’Italia intende aiutare Tripoli a concretizzare questa visione.
Altro tema che potrebbe essere oggetto di discussione con Dabaiba è la progressiva riattivazione dell’Istituto Italiano di Cultura a Tripoli e altre importanti iniziative in corso, tra cui: l’introduzione dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole secondarie in Libia, grazie al memorandum d’intesa concluso nel dicembre scorso; l’aumento delle borse di studio; la cooperazione archeologica (l’Italia sostiene ben dieci missioni archeologiche in Libia). In raccordo con il ministero della Cultura, è inoltre in via di definizione un pacchetto di iniziative comprensivo di programmi di formazione in materia di conservazione del patrimonio e interventi sul territorio. Quanto alla composizione della delegazione, oltre alla ministra degli Esteri, non è ancora noto il numero e i portafogli degli altri ministri e non è chiaro, ad esempio, se verrà a Roma Ajdid Maatuq Jadid, ministro di Stato per le migrazioni in rappresentanza del Fezzan, la regione libica meridionale. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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