Quasi un decennio dopo la distruzione dei mausolei di Timbuktu, patrimonio mondiale dell'Unesco, saccheggiati e distrutti come la porta sacra della moschea Sidi Yahia durante l'occupazione del nord del Mali da parte dei gruppi armati, il Paese e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'istruzione, la scienza e la cultura (UNESCO) hanno ricevuto martedì un risarcimento simbolico. La Corte Penale Internazionale che ha condannato Ahmad Al Faqi Al Mahdi , leader della milizia islamista tuareg in Nord Africa, per il crimine di guerra di aver raso al suolo edifici religiosi e storici, ha voluto risarcire il Mali con un euro simbolico per i danni subiti dal popolo maliano e dalla comunità internazionale nel suo complesso.Il procuratore della CPI, Fatou Bensouda, partecipando alla cerimonia di riparazione simbolica ha sottolineato l'importanza dei risarcimenti nei processi giudiziari e nella ricostruzione sociale. La generazioni future devono essere consapevoli , ha detto, che "tutti i popoli sono uniti da stretti legami e che le loro culture formano un patrimonio comune". Si deve anche sapere, che ''l'impunità non è un'opzione e che i colpevoli devono essere perseguiti e processati, le vittime devono essere risarcite e la loro dignità ripristinata", ha aggiunto. "L'eredità maliana millenaria è stata presa di mira perché incarna l'anima viva di una società e di un popolo - ha dichiarato Audrey Azoulay, direttore generale dell'UNESCO- oggi il patrimonio culturale continua ad essere danneggiato, nel Sahel ma anche in Iraq, Siria, Yemen, Libia''. Il 27 settembre 2016, Ahmad Al Faqi Al Mahdi è stato condannato a nove anni di carcere e ha pagato 2,7 milioni di euro di risarcimento alle vittime, tra cui la comunità di Timbuktu, ma considerando il valore inestimabile degli edifici distrutti, la Corte ha destinato un euro simbolico a risarcimento del Mali e dell'UNESCO.Intanto, l'agenzia delle Nazioni Unite si è mobilitata con il sostegno dell'Unione europea e della Svizzera per la ricostruzione degli antichi mausolei, il restauro delle tre moschee di Djingareyber, Sankore e Sidi Yahia e la salvaguardia degli antichi manoscritti, 4.200 dei quali sono stati bruciati o rubati. ( Fonte ANSA).
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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