Stati Uniti d’America e Cina sono le potenze economiche rispettivamente al primo e al secondo
posto nel mondo. Stessa classica riguardo l’inquinamento terrestre, ma con posizioni invertite:
prima la Cina, secondi gli Stati Uniti. Che vergogna!
I presidenti delle due superpotenze non sembrano curarsi dell’inquinamento causato dalle loro
grandi industrie. Anzi, nel 2019 sia l’americano Donald Trump sia il cinese Xi Jinping dissero che si
sarebbero ritirati dall’Accordo di Parigi sui mutamenti climatici del 2016.
A Parigi rappresentanti di 196 paesi si impegnarono a ridurre la temperatura del pianeta di 1,5 gradi.
Tale accordo fu respinto da Trump e Jinping, perché “non proteggeva i lavoratori delle loro
nazioni”.
Ebbene Trump e Jinping non temono l’inquinamento terrestre dovuto all’ossido di carbonio e ad
altri gas nocivi. Idioti, o che altro?
LE MASCHERINE... SPAZZATURA
Oggi, con l’imperversare del virus corona, una nuova spazzatura ammorba la terra. Sono le
mascherine, i guanti, le bottiglie di disinfettanti ecc., usati per scongiurare il contagio del covid-19.
Sono oggetti di plastica che vengono abbandonati ovunque: nelle piazze, negli angoli dei palazzi,
nei parchi, ecc.
A luglio del 2020 mascherine e guanti già galleggiavano sul Mare Mediterraneo. Subito
Facebook
lanciò un
poster
con il seguente allarme: “Domani pescheremo più mascherine che pesci”. Non sarà
vero. Ma il rischio c’è.
Gli esperti dell’ambiente ammoniscono: se continuiamo a buttare plastica nelle acque, nel prossimo
futuro nelle reti dei pescatori, ogni tre chili di pesce, un chilo sarà plastica.
Non c’è da scherzare, giacché ogni anno 9 milioni di tonnellate di plastica entrano nei mari.
Con il covid-19, la produzione di mascherine è aumentata dell’11 per cento. Oggi si contano circa
330 miliardi di mascherine.
Che fare? Non usare più le mascherine? Niente affatto. Usiamole bene, senza buttarle come carta
igienica.
testo di Francesco Bernardi
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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