Le forze di sicurezza dello Zimbabwe sono “in allerta” in vista delle manifestazioni vietate indette per oggi dall’opposizione per protestare contro la corruzione e la crisi economica che affliggono il paese. “Ricordiamo che nessuna dimostrazione avrà luogo il 31 luglio 2020”, ha dichiarato ancora ieri il portavoce della polizia dello Zimbabwe, Paul Nyathi, in una nota. “Tutte le forze di sicurezza (...) sono poste in massima allerta e interverranno in modo deciso contro qualsiasi individuo o gruppo che fomenterà la violenza, esprimerà minacce o lancerà messaggi provocatori attraverso i social media o altri mezzi”, ha affermato il portavoce. In vista della manifestazione, il governo dello Zimbabwe ha inviato ieri agenti di polizia antisommossa e militari nella capitale Harare. Di recente la polizia ha arrestato l'organizzatore delle proteste, Jacob Ngarivhume, accusandolo di aver incitato alla violenza pubblica, mentre 14 altri attivisti sono stati interrogati con accuse simili. Nei giorni scorsi, inoltre, il governo degli Stati Uniti ha convocato l'ambasciatore dello Zimbabwe a Washington, Ammon Mutembwa, per chiedere conto delle dichiarazioni rilasciate dal partito al potere Zanu-Pf contro il presunto sostegno accordato dall'ambasciata Usa ad Harare a favore delle proteste anti-governative previste venerdì. L'assistente del segretario di Stato Usa per gli Affari africani, Tibor Nagy, ha definito i commenti “profondamente offensivi”. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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