L'inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, ha indicato “quattro passi necessari” per porre fine ai combattimenti nel paese nordafricano. Durante un'intervista all’emittente televisiva libica "218 Tv", Salamé ha detto che "i quattro passi importanti” che saranno discussi alla Conferenza di Berlino sulla Libia (in una data ancora da decidere) includono anzitutto una risoluzione sul cessate il fuoco del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che al momento però è “diviso” per ammissione dello stesso diplomatico delle Nazioni Unite; in secondo luogo sarà necessaria la presenza di osservatori internazionali neutrali per monitorare la tregua; il terzo passo consiste nell’avvicinare le opinioni e le posizioni delle parti impegnate nel conflitto, ovvero il Governo di accordo nazionale da una parte e l’Esercito nazionale libico dall’altra, senza ovviamente dimenticare le tribù arabe, berbere tebu del sud; infine è necessario creare “fiducia”, sentimento che al momento secondo Salamé “non esiste” tra le parti che si combattono in Libia. Il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite ha precisato che la costruzione della fiducia passa anche per la protezione dei civili, dal ritorno degli sfollati nelle loro case, dallo scambio dei corpi dei combattenti caduti sul campo da entrambe le parti. La Conferenza di Berlino sulla Libia dovrebbe tenersi auspicabilmente entro fine anno nel formato P5+5, cioè i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) più Emirati, Egitto, Turchia (i tre paesi non occidentali più impegnati nel conflitto in corso in Libia), oltre all'Italia e alla Germania (attualmente membro non permanente del Consiglio di Sicurezza).
( Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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