Quest'anno ricorre il centenario della missione dell’Istituto dei Missionari della Consolata in Tanzania. Ringraziamo il Signore per il dono della vocazione di quattro nuovi confratelli che sono stati ordinati sacerdoti proprio durante questo anno giubilare. Prima l’ordinazione sacerdotale dei diaconi Tito Kimario e Emanuel Temu della Diocesi di Moshi, e poi quella di altri due diaconi Isack Mdindile e Richard Lusaluwa della Diocesi di Iringa.Essi sono i frutti nati dall’albero della fede seminato nelle varie parrocchie dai Missionari in questi 100 anni di evangelizzazione in Tanzania, in particolare nella diocesi di Iringa. Ringraziamo il Signore per questo dono della Diocesi di Iringa, dove tutto è iniziato, e anche delle altre Diocesi in Tanzania.
Nella Messa di ordinazione,il 22 agosto, durante l'omelia, il vescovo di Iringa, Mons. Tarcisius Ngalelekomtwa, ha insistito sul fatto che i nuovi ordinati debbano vivere la loro vocazione con coerenza e impegno, affinché questo porti alla salvezza degli ordinati stessi e di tutte le pecore che verranno loro affidate. Bisogna vivere la vita sacerdotale seguendo l'esempio di Gesù Cristo, il sacerdote per eccellenza. Il vescovo ha anche sottolineato che d'ora in poi tutti dobbiamo chiamare i nuovi sacerdoti "padri", perché dovranno prendersi cura della famiglia formata dai figli di Dio. Conclusa l'ordinazione, durata circa 4 ore e mezza, siamo stati tutti invitati al pranzo e ai festeggiamenti, avvenuti all'interno del salone della Diocesi, insieme al vescovo e ai nuovi sacerdoti.
Il giorno seguente, il 23 agosto, tutti i gruppi dei giovani provenienti dai vari centri di animazione della REU (Regione Europa), si sono radunati al centro FARAJA situato a Mgongo, dove vengono accolti bambini orfani o provenienti da famiglie in difficoltà, per partecipare alla conferenza sulla missione dei missionari della Consolata in Tanzania e sul centenario. Padre Cyprian Mvanda e il Superiore regionale Padre Erasto Mgalama hanno raccontato in dettaglio i primi passi compiuti dai missionari della Consolata agli albori della missione in Tanzania. Ci hanno mostrato il disegno del progetto, che verrà realizzato in memoria dei 100 anni di missione IMC in Tanzania. I giovani hanno avuto l'opportunità di conoscere i bambini, giocare, ballare e cantare con loro, trascorrendo una serata meravigliosa, terminata con la cena alla quale ha partecipato anche la comunità di FARAJA. È stato fondamentale incontrarci per sentire le grandi meraviglie che Dio ha operato tramite i missionari della Consolata nella regione di Iringa. Questa esperienza ha permesso a tutti di arrivare pronti all'evento del giorno seguente: il pellegrinaggio a Tosamaganga, la primissima casa dei missionari della Consolata in Tanzania.
La mattina del 24 agosto, i fedeli e giovani locali insieme ai giovani della REU si sono radunati presso la chiesa di Mshindo, una parrocchia della Consolata, dalla quale siamo partiti in pellegrinaggio verso Tosamaganga.
Ai giovani della REU si sono uniti tanti giovani e adulti delle parrocchie della Consolata in Tanzania per formare un lungo e variopinto corteo di persone che si snodava lungo le strade polverose.
Un pellegrinaggio fuori dai canoni tradizionali, si potrebbe dire "all'africana": colmo di gioia, di preghiera, di canti, di musica, di balli, di riflessioni. Ci siamo fermati in 5 stazioni, due cappelle e una grotta della Vergine Maria, situata nei dintorni della parrocchia di Tosamaganga.Significativa è stat purea la penultima tappa all'orfanatrofio gestito dalle suore Teresine, una Congregazione religiosa fondata da un missionario della Consolata, Mons. Cagliero.Subito dopo al cimitero di Tosamaganga, dove riposano in pace tanti missionari della Consolata che hanno speso tutto la vita per l’evangelizzazione e l’amore delle popolazioni.
Arrivati alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Tosamaganga, il folto gruppo composito è stato accolto calorosamente dal Vicario del Vescovo. Egli ha salutato tutti i pellegrini in tre lingue: inglese, swahili ed italiano. A nome del Vescovo ha ringraziato Dio per il lavoro fatto dai missionari in Tanzania, che hanno preso il posto dei Benedettini 100 anni fa.
Dopo varie celebrazioni, alla sera c’è stato un momento di presentazione dei vari gruppi che hanno anche condiviso le esperienze avute nelle parrocchie prima del pellegrinaggio e anche alcuni aspetti della propria cultura di provenienza con canti, balli e musica.
Il 25 agosto nella Messa presieduta da Padre Erasto Mgalama si è tutti nuovamente ringraziato il Signore per il cammino fatto insieme e per le meraviglie che Dio ha compiuto tramite i missionari.
Padre Erasto ha poi sottolineato che una missione riuscita è quella che coinvolge tutti, è quella fatta "con e per gli altri". Celebriamo i 100 anni perché i nostri primi missionari hanno saputo fare e vivere missione insieme. Il successo non è dovuto a un solo missionario, ma a tutti coloro che hanno lavorato durante questi 100 anni in Tanzania.
L'essere missionario e il fare missione è il compito di tutti. "UMISIONARI NI WAJIBU WETU, WAJIBU WETU NI NUMISIONARI” cosi dice il motto del giubileo in Tanzania.
Padre Erasto in particolare ha ringraziato i missionari animatori e i giovani dei centri della REU per la loro partecipazione alle celebrazioni di questo giubileo. Ha ricordato che il culmine delle celebrazioni del giubileo saranno il 14 ottobre. Ha infine chiesto di portare i ringraziamenti alle proprie famiglie e di raccontare questa esperienza per infiammare il cuore di tanti altri giovani.
Sulle orme di tanti missionari che hanno evangelizzato il Tanzania, padre Erasto ha concluso, invitando i giovani a continuare il pellegrinaggio in Europa, sentendoci missionari nelle comunità parrocchiali, nell’anonimato delle nostre città e dei nostri paesi, visitando le solitudini delle case, uscendo per cercare e consolare gli smarriti e gli esclusi, accogliendo chi emigra ed è discriminato.
In questo senso, il pellegrinaggio continua, perché la missione non è finita in Tanzania come anche in Europa!
(Fonte:Consolata.Org)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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