L'Istanza superiore indipendente per le elezioni della Tunisia (Isie) ha presentato ieri la lista definitiva dei candidati alle consultazioni presidenziali anticipate del 15 settembre. Dopo l'ammissione di 26 candidature sulle 96 presentate, 15 dei 70 candidati esclusi avevano presentato ricorso al tribunale competente. Lo scorso 23 agosto, i giudici aveva riammesso altri quattro candidati. Occhi puntati sul caso di Nabil Karoui, controverso imprenditore tunisino, proprietario dell’emittente televisiva “Nessma”, arrestato la scorsa settimana per sospetta frode fiscale. L’imprenditore - leader del partito populista Qalb Tounes, dato in testa nei sondaggi - è stato arrestato a Medjez Elbab, sull’autostrada Beja-Tunisi. L’arresto è stato criticato dai sostenitori di Karoui e da alcuni politici come Ahmed Nejib Chebbi, figura di spicco del movimento di opposizione tunisino durante i passati regimi, che lo hanno definito un vero e proprio “rapimento”. C’è attesa anche per sapere se verrà riammesso l’avvocato tunisino Mounir Baatour, leader del Partito liberale tunisino e presidente dell’associazione Lgbt Shams. L’esponente della comunità Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender (Lgbt), primo candidato presidenziale dichiaratamente omosessuale del mondo arabo, aveva presentato ricorso contro l'esclusione della sua candidatura. La campagna elettorale per le presidenziali è prevista dal 2 al 13 settembre. Il voto si svolgerà a metà settembre, invece di novembre, per la prematura scomparsa del presidente Beji Caid Essebsi il 25 luglio scorso. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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