Nel 1676 vi fu un violento massacro di indigeni qui nella regione del fiume Salitre a Juazeiro da Bahia. La storia racconta che padre Martinho de Nantes e gli indiani del suo villaggio hanno partecipato alla repressione degli Anaios, sotto il comando di Francisco Dias d'Ávila.
Saltpeter è un affluente del São Francisco. Un fiume famoso che da sempre alimentava il bestiame allevato per rifornire Salvador, allora capitale della Colonia.
Dias d'Ávila era il proprietario dell'immensa sesmaria che iniziava da Salvador, da Praia do Forte, e si estendeva nel backcountry, superando il Rio São Francisco.
Secondo il rapporto di Martinho de Nantes:
“Seguiamo le orme del nemico che è stato trovato…. quasi senza armi e morto di fame. Si arresero tutti a condizione che le loro vite fossero risparmiate. Ma i portoghesi, costringendoli a consegnare le armi, li legarono e due giorni dopo uccisero a sangue freddo tutti gli uomini 'passandoli per le loro stesse armi, quasi cinquecento in numero, e ancora fecero schiavi i loro figli e le loro donne ”(NANTES, 1979: 53, presso Pessoa, pagina 7).
Quando riceviamo notizie che i minatori, su impulso del governo federale, entrano in un villaggio indigeno di Amapá e uccidono il loro capo, ricordiamo le nostre origini e vediamo che l'istinto omicida dei conquistatori rimane vivo nell'attuale Brasile. La questione dei popoli nativi è del passato, ma pure del presente e continuerà nel futuro. Considerati come nemici dei nuovi conquistatori, come in passato, sono ancora destinati a morire morire. La crudeltà non ha limiti, come non mai. . Non abbiamo a che fare con persone umane con sentimenti, ma con demoni incarnati che non hanno rimorsi per i loro omicidi.
Perseguitati nel corso della storia, molti popoli indigeni sono precipitati nell'anonimato per sopravvivere. Tali erano le tribù del Nordest, spesso estinte. Ma era solo una modalità di sopravvivenza. Sono tornati e Papa Francesco vuole ascoltare queste popolazioni amazzoniche nel Sinodo Panamazzonico.
Francesco è un feroce critico della civiltà occidentale e pensa che questi popoli abbiano un contributo molto maggiore al futuro dell'umanità rispetto ai loro persecutori e assassini.
Riferimento :
PERSONE, AE da Silva. In "Famiglia, proprietà, tradizione nel Brasile coloniale: la Torre della Garcia d'Avila". https://ziladoc.com/download/a-casa-da-torre-de-garcia-davila_pdf Accesso effettuato il 30/07/19
Testo di Roberto Malvezzi (Gogò)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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