Nelle ultime settimane il servizio di sicurezza sudanese ha sospeso i permessi di lavoro dei corrispondenti stranieri per la copertura delle notizie sulle proteste in corso contro il presidente Omar Al Bashir e sulla crisi economica in Sudan. Il quotidiano El Jareeda è stato sequestrato per la nona volta consecutiva, El Midan per la settima volta, insieme a El Tayyar e El Baath dopo essere andati in stampa.
Secondo quanto riporta una nota pervenuta a Fides, i giornalisti hanno dichiarato "un inasprimento del Servizio di sicurezza, il NISS, sugli organi di stampa. E’ vietata la pubblicazione di qualsiasi materiale relativo alle manifestazioni e alla violenza delle forze di sicurezza contro i manifestanti”. E’ consentita la pubblicazione di articoli relativi agli eventuali reati dei manifestanti.
Le restrizioni riguardano agenzie di stampa sudanesi e straniere, inclusi gli uffici dei canali TV satellitari Al Jazeera e El Arabiya a Khartoum, oltre ai corrispondenti dell'agenzia di stampa turca Anadolu. I corrispondenti di queste agenzie sono stati convocati e costretti a consegnare le loro tessere. I loro permessi di lavoro sono stati sospesi per un periodo indefinito.
Stando alle informazioni, le autorità sudanesi non sono rimaste soddisfatte della copertura mediatica riservata dai canali televisivi sudanesi e internazionali su oltre un mese di rivolta, iniziata il 19 dicembre 2018, contro il regime nella capitale e in altre città. All'inizio di gennaio il ministro dell'Informazione sudanese ha accusato diversi canali televisivi satellitari di “aver inventato scene surreali sulle proteste in Sudan”.
In una dichiarazione dell’organizzazione internazionale Reporters Sans Frontieres (RSF) sono riassunte tutte le violazioni della libertà di stampa registrate nell’ultimo mese. La nota riporta 66 giornalisti arrestati, sei casi di accrediti ritirati ai corrispondenti di media stranieri e 34 giornali sequestrati. “I principali social network nel frattempo continuano ad essere inaccessibili tranne che per quanti utilizzano reti crittografate di tipo VPN”, si legge nella dichiarazione.
La comunità internazionale, l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, e il Parlamento europeo hanno condannato la violenta repressione delle autorità sudanesi contro le proteste e la censura oltre che gli arresti di giornalisti. (Fonte Agenzia Fides)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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