Bunju, sabato 20 ottobre: circa 250 giovani hanno raggiunto il Centro di Formazione Missionaria, noto in Tanzania come “Consolata Mission Centre”.
Il Centro è in funzione da 10 anni e sorge a Bunju, a 35 chilometri da Dar Es Salaam, la capitale economica e turistica del Tanzania.
I 250 ragazzi convenuti a Bunju, festosi e vivaci come tutti i coetanei del mondo, provengono da varie parrocchie dei dintorni.
Sono a Bunju per cosa? Per riflettere sulla “Giornata Missionaria Mondiale” che si celebra domenica, 21 ottobre.
Nella riflessione sono accompagnati da padre Francesco Bernardi, missionario della Consolata e direttore della rivista in lingua swahili “Enendeni”.
I missionari della Consolata in Tanzania nel 2019 celebreranno “100 anni di presenza” nel paese.
Padre Francesco invita i ragazzi a seguire il cammino e l’opera dei missionari di 100 anni attraverso alcune foto storiche.
Sono quattro i primi missionari della Consolata che entrano in Tanzania. È il 24 aprile 1919.
Giunti a Dar Es Salaam, proseguono in treno fino a Dodoma. Poi a piedi fino a Iringa. È una carovana faticosa e pericolosa il cui percorso dura 20 giorni.
Si stabiliscono a Tosamaganga e a Madibira, missioni iniziate dai Missionari Benedettini tedeschi, costretti ad abbandonare il Tanganyika di allora avendo la Germania perso la Prima Guerra Mondiale.
Tosamaganga, nell’arco di pochi decenni, diventerà la “missione madre” di circa 40 missioni sparse nel vastissimo territorio.
Capisaldi dell’operato dei Missionari della Consolata.
- Annuncio del Vangelo di Consolazione. Non per nulla i nuovi arrivati si chiamano “missionari della Consolata”. Con l’apporto fondamentale dei catechisti: sono essi la spina dorsale dell’evangelizzazione.
- Impegno nella sanità. Si aprono ovunque dispensari medici e ospedali. L’ospedale di Tosamaganga, nella regione di Iringa, e l’ospedale di Ikonda, nella regione di Njombe, saranno inaugurati da Julius K. Nyerere, primo presidente del Tanzania.
Oggi l’ospedale di Ikonda è “una eccellenza sanitaria”. Ospita circa 400 ammalati che provengono da ogni parte del Tanzania, nonostante sia fuori del mondo, in mezzo alle montagne, con strade sterrate, fra pioggia e freddo. Altro che canicola africana!
- Impegno nella scuola. Ovunque sorgono scuole, finanziate totalmente dai missionari. Fra gli studenti si distinguono pure due figli del presidente Nyerere.
A Tosamaganga il liceo è di altissimo livello. L’Amministrazione Britannica propone che diventi università, prima ancora di Dar Es Salaam. I missionari declinano l’invito per mancanza di fondi.
Istruzione in tutte le missioni. Gli alunni, non potendo andare e tornare da scuola tutti i giorni, abitano nelle stesse missioni per nove mesi. Sono loro garantiti vitto, alloggio, oltre che istruzione. Nel pomeriggio zappano la terra per ricavare mais per la loro quotidiana polenta. Questo durante gli anni delle elementari. Ogni missione conta circa 300-400 ragazzi.
Senza questo reclutamento tantissimi ragazzi non avrebbero mai imparato a leggere e scrivere, perché troppo lontani dalla scuola.
Oggi i ragazzi di allora ricordano con nostalgia, affetto e riconoscenza quel tempo. Parecchi hanno fatto carriera.
- Promozione umana attraverso il lavoro.
Qui i protagonisti sono “i missionari fratelli”: falegnami, muratori, elettricisti, meccanici... con opere che lasciano stupefatti ancora oggi.
Si coltiverà pure il tabacco. Questo solo per ricavare il denaro sufficiente onde costruire scuole, dispensari medici, ospedali e chiese in decente muratura e non più in fango.
- Attenzione alla cultura.
Innanzi tutto imparare bene lo swahili. Sfida immane nei primi tempi, senza grammatiche e vocabolari.
Però un missionario ha composto il primo dizionario in lingua kihehe; un altro ha scritto la storia dei Wahehe, la tribù locale dominante; un altro ancora ha descritto i loro usi e costumi; un altro ha addirittura fotografato (con debito permesso) l’“iniziazione delle ragazze”.
E che soddisfazione nel 1961, allorché il paese divenne indipendente, cantare l’inno nazionale le cui parole sono sgorgate dal cuore e dalla mente di un missionario della Consolata!
Il 1970 segna una data importante nella storia dei missionari della Consolata in Tanzania. Si passa dall’“italiano” al “tanzaniano”.
Sì, perché d’ora in avanti il vescovo non sarà più italiano, bensì tanzaniano, che però si presenterà sempre dicendo: “Io sono figlio dei Missionari della Consolata”. Senza scordare le “mamme”, cioè le missionarie della Consolata.
Tutto cambia. Inizia l’africanizzazione. Il Concilio Ecumenico Vaticano II è un vento gagliardo che sconvolge e purifica.
I missionari della Consolata non sono più solo italiani, bensì spagnoli, portoghesi, brasiliani, colombiani. Inoltre provengono dal Kenya, dal Congo, dall’Uganda, dall’Etiopia.
Soprattutto sono tanzaniani.
Intanto da Iringa si passa ad Njombe, Dar Es Salaam, Morogoro, Singida, Dodoma, con sfide vecchie e nuove.
Oggi i missionari della Consolata in Tanzania sono 54, di cui 17 tanzaniani, 15 italiani e gli altri di varie nazionalità. Lingue diverse, storie diverse, culture diverse.
La nuova missione è questa.
Complessivamente i missionari della Consolata tanzaniani nel mondo sono 66.
Auguri a tutti, ragazzi!
Segue, al termine, l’applauso dei 250 giovani del “Consolata Mission Centre” di Bunju, che è scrosciante, convinto, interminabile.
Francesco Bernardi,
missionario della Consolata in Tanzania
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Tanti auguri P. Francesco per la missione grande che sta svolgendo. Buon cammino! Un sempre vivo e caro ricordo Maria Teresa Peota
Scritto da: Maria Teresa Peota | 10/01/20 a 08:24
VIA CRUCIS
Completo e biblicamente documentato
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(1) PRIMA STAZIONE – Gesù è tradito da Giuda e arrestato nell'orto degli ulivi.
(2) SECONDA STAZIONE – Gesù è abbandonato da Pietro e gli apostoli.
(3) TERZA STAZIONE – Gesù è condannato a morte dal sinedrio e da Pilato.
(4) QUARTA STAZIONE – Gesù è flagellato e coronato di spine.
(5) QUINTA STAZIONE – Gesù è caricato della croce.
(6) SESTA STAZIONE – Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce.
(7) SETTIMA STAZIONE – Gesù incontra le donne di Gerusalemme.
(8) OTTAVA STAZIONE – Gesù è crocifisso.
(9) NONA STAZIONE – Gesù è schernito sulla croce.
(10) DECIMA STAZIONE – Gesù promette il Suo regno al buon ladrone.
(11) UNDICESIMA STAZIONE – Gesù in croce parla alla Sua madre e al discepolo.
(12) DODICESIMA STAZIONE – Gesù muore sulla croce.
(13) TREDICESIMA STAZIONE – Gesù è trafitto da una lancia sulla croce.
(14) QUATTORDICESIMA STAZIONE – Gesù è deposto nel sepolcro.
(15) QUINDICESIMA STAZIONE – Gesù è sceso agli inferi e libera i Fedeli.
“Nel sepolcro con il corpo, nell’inferno con l’anima, come Dio, in paradiso con il ladrone, e sul trono con il Padre e lo Spirito, Tu eri, o Cristo senza limite, riempiendo tutte le cose!”
[Efesi 4:9, 1 Pietro 3:19, Liturgia bizantina].
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Basato sulla Via Crucis delle 15 Stazioni a Marija Bistrica, Croazia, sulla Via Crucis – Venerdì Santo 1991, 1994, 1995, di Papa Giovanni Paulo II, VATICAN.VA, e sulla Liturgia bizantina, SLAVXRIST.ORG. Benedetto dal Vescovo Virgilio Pante, I.M.C., Maralal, Kenya; pubblicato dai Missionari della Consolata, 2671 Islington Ave., Toronto, ON M9V 2X6 Canada CONSOLATA.CA 6.12.2006.
Scritto da: SXS | 14/04/23 a 18:08