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Mons. Marco Prastaro farà il suo ingresso solenne nella diocesi di Asti domenica 21 ottobre alle ore 15,30 in Cattedrale (foto in basso).
Sarà ordinato vescovo contestualmente per mano di mons.Cesare Nosiglia, arcivescovo metropolita e presidente della Conferenza episcopale piemontese,da mons.Francesco Ravinale e da mons. Virgilio Pante (IMC), vescovo di Maralal, in Kenya, legato da amicizia e stima con mons.Prastaro.
a cura di Marianna Micheluzzi ( Ukundimana)
(foto tratta dal web)
La diocesi di Harar, in Etiopia, scommette sul pane per sostenere le opere sociali cattoliche. Come appreso dall’Agenzia Fides, entro l’autunno sarà avviato a Dire Dawa un primo progetto pilota di produzione e vendita di pane e, nel corso del 2019, sarà realizzato un panificio industriale con un laboratorio, una scuola per panificatori e un negozio per la vendita. Il ricavato sarà destinato a scuole, orfanotrofi e ambulatori gestiti dalla comunità cattolica sul territorio. L’idea è venuta a mons. Angelo Pagano, missionario cappuccino in Etiopia e Camerun. Ordinato Vescovo e Vicario apostolico di Harar, Mons. Angelo si trova di fronte a una struttura complessa di opere sociali (scuole, orfanotrofi, ambulatori) fondamentali per la regione, ma impegnativi da mantenere. Nasce così una riflessione su come poter rendere sostenibili le strutture.
L’Etiopia è piena di contraddizioni politiche e sociali, il 47% delle popolazione vive ancora in condizioni di sottosviluppo, ma è anche un Paese in forte crescita. Secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale, nel 2018 l’economia crescerà dell’8,2% e progressivamente diventerà il principale esportatore di energia rinnovabile dell’Africa. Questo porterà gradualmente anche a un cambiamento dei consumi alimentari, cambiamento già in corso.
In Etiopia il piatto tradizionale è l’injera, una sorta di pane spugnoso prodotto con un cereale locale (teff), che si accompagna con verdure, carne e salse piccanti. Negli ultimi anni, però, si è diffusa la moda di consumare pane europeo. La domanda di pane è quindi in grande crescita.
“Mons. Pagano – spiega a Fides Matteo Circosta del Centro Missionario dei padri cappuccini della Lombardia – ci ha chiesto di aiutarlo nella realizzazione di un progetto articolato che portasse alla creazione di un panificio gestito da ragazzi locali formati sul posto. Così ci siamo attivati e abbiamo coinvolto Cesare Marinoni, ex presidente dei panificatori milanesi, e la scuola professionale salesiana di Cinisello Balsamo”.
Da parte sua, la diocesi di Harar ha messo a disposizione un edificio in una delle vie principali di Dire Dawa. È qui che, entro il 2018, aprirà il progetto pilota. “Una panetteria milanese - continua Matteo Circosta - ha donato le attrezzature per produrre il pane e noi abbiamo acquistato sei forni elettrici. Con questi macchinari inizieranno le attività. Nelle prime fasi lavoreranno in loco un maestro panificatore e Cesare Marinoni che verranno affiancati da due ragazzi etiopi che nei mesi scorsi hanno studiato panificazione nella scuola salesiana. Solo nei prossimi mesi prenderà il via la costruzione del panificio industriale che sorgerà sempre su un terreno della diocesi e sarà costituito da laboratorio, scuola e negozio. Il progetto creerà opportunità di lavoro per undici panettieri. Nella struttura si alterneranno anche un certo numero di studenti. Il progetto vuole infatti svolgere un ruolo formativo per l’apprendimento del lavoro. I profitti garantiranno l’autofinanziamento del panificio ma sosterranno anche orfanotrofi, scuole e ambulatori”. (Fonte Agenzia Fides )
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Il primo ministro tunisino, Youssef Chahed (foto in alto tratta dal web), ha sollevato dall'incarico oggi il ministro dell’Energia e delle Risorse minerarie, Khaled Gaddoru, il segretario di Stato delle Risorse minerarie, Hechem Hmidi, e altri funzionari del dicastero. Lo riferisce l’emittente radiofonica tunisina “Shems Fm”. Il provvedimento di esonero stabilito da Chahed riguarda anche il direttore generale degli Idrocarburi, il presidente e direttore generale della Società tunisina per le attività petrolifera (Etap), Moncef Mattoussi, il direttore generale dell’ufficio legale del ministero dell’Energia. Da parte sua, Hmidi ha dichiarato a “Shems Fm” di essere stato esonerato con accuse infondate. Il segretario di Stato ha spiegato che l’accusa riguarda il caso della vendita di fertilizzanti di un gruppo tunisino all’estero. Hmidi ha negato, inoltre, di aver ricevuto tangenti nello stesso caso. Chahed ha stabilito, infine, di unificare i servizi del ministero dell’Energia al dicastero dell’Industria e formare una commissione di esperti all'interno dell’esecutivo per ristrutturare il ministero e revisionare la governance del settore energetico. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
La casa automobilistica tedesca Volkswagen realizzerà un impianto di assemblaggio di veicoli in Ghana. È quanto annunciato dal presidente ghanese Nana Akufo-Addo, che ieri ha ricevuto ad Accra il cancelliere tedesco Angela Merkel. L’accordo, ha aggiunto il capo dello Stato citato dalla stampa locale, è stato raggiunto nel corso di un incontro tra funzionari di governo ghanesi e una delegazione d'affari tedesca in visita nel paese africano a seguito della Merkel. “Ci sono molte aree in cui le nostre relazioni bilaterali possono svilupparsi, ma è fondamentale puntare sugli investimenti e sul commercio”, ha detto Akufo-Addo, secondo il quale l’accordo contribuirà ad aumentare gli investimenti e a ridurre il tasso di disoccupazione nel paese. Il Ghana sarà così il secondo paese africano ad ospitare un impianto di assemblaggio di veicoli della Volkswagen dopo il Ruanda, dove nel mese di aprile è prevista l’apertura di uno stabilimento che creerà circa mille nuovi posti di lavoro. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
(La cabcelliera Merkel a Dakar in Senegal nel palazzo presidenziale: foto tratta dal web)
Si conclude oggi in Nigeria il tour africano del cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha fatto tappa anche in Senegal e Ghana. Questa mattina, ad Abuja, il cancelliere incontrerà il presidente nigeriano Muhammadu Buhari. Al centro dei colloqui, scrive il quotidiano “Premium Times”, ci sarà soprattutto il tema migratorio, essendo la Nigeria uno dei principali paesi di origine dei migranti africani in Europa. Le parti discuteranno anche della situazione della sicurezza nel paese, dove l’offensiva del gruppo jihadista Boko Haram continua ad aggravare l’emergenza umanitaria nel nord-est del paese. Nel corso della visita Merkel terrà anche un incontro con il presidente della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao), Jean-Claude Brou. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
La polizia ugandese ha nuovamente arrestato il musicista e deputato dell’opposizione Robert Kyagulanyi (foto in alto tratta dal web), noto anche come Bobi Wine, già arrestato lo scorso 13 agosto e in seguito rilasciato su cauzione. Wine è stato fermato all’aeroporto internazionale di Entebbe insieme al deputato di opposizione Francis Zaake. Lo ha reso noto la polizia ugandese su Twitter. Il nuovo arresto di Kyagulanyi giunge dopo che all’inizio di questa settimana le autorità giudiziarie ugandesi hanno concesso la libertà provvisoria su cauzione a tutti i 33 imputati comparsi davanti al tribunale della città di Gulu, nel nord dell’Uganda, con l’accusa di tradimento. Tra gli imputati figura lo stesso Kyagulanyi, il quale lo scorso 16 agosto era già stato processato presso il tribunale militare di Gulu, dove era apparso in condizioni di salute precarie e con evidenti segni di percosse. La Corte ha concesso la libertà su cauzione anche all’oppositore Kassiano Wadri, che il 15 agosto ha vinto contro il partito al potere nelle elezioni municipali di medio termine nella città di Arua, nel nord dell’Uganda. Kyagulanyi e Wadri erano stati arrestati dopo che un veicolo del convoglio presidenziale è stato attaccato ad Arua da alcuni manifestanti. Museveni si era recato sul posto per sostenere il candidato della maggioranza, Nusura Tiperu. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
(foto tratta dal web)
E’ salito a 30 morti e 96 feriti il bilancio provvisorio degli scontri che dall’inizio della settimana si registrano a sud di Tripoli. Lo ha reso noto il ministero della Sanità del governo di accordo nazionale di Tripoli. Il quotidiano locale “Al Wasat” spiega che le vittime sono aumentate a causa degli sporadici scontri, nonostante gli sforzi per mantenere il cessate il fuoco. Il 30 agosto le parti hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco per consentire alla Mezzaluna rossa di fornire assistenza medica e trasferire i morti. Gli scontri sono scoppiati dopo che la Settima brigata, nota anche come milizia Al Kani, ha cercato di assumere il controllo di alcuni quartieri meridionali di Tripoli controllati dalle forze di sicurezza del governo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Gli scontri si sono verificati nei quartieri di Qasr Bin Ghashir, al Khala, Ayn Zahra, Salah al Din e Wadi al Rabea. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
(foto tratta dal web)
Il leader dei ribelli sud sudanesi Riek Machar ha approvato l'ultima bozza dell’accordo di pace con il governo di Juba per porre fine al conflitto nel paese. “La firma ufficiale dell’accordo di pace avrà luogo durante un vertice dell’Organizzazione intergovernativa per lo sviluppo (Igad)”, ha annunciato il ministro degli Esteri del Sudan, al Dirdiry Ahmed, secondo quanto riferisce la stampa sudanese. La data del vertice sarà annunciata “presto”, ha aggiunto. Lo scorso 28 agosto Machar si era rifiutato di firmare l’ultima bozza dell’intesa, come annunciato dal capo della diplomazia sudanese, secondo cui oltre a Machar anche i rappresentanti dell'Alleanza di opposizione del Sud Sudan (Ssoa) hanno espresso delle riserve sulla bozza rifiutandosi di firmarla. Secondo quanto riferisce il quotidiano “Sudan Tribune”, la firma del documento finale di rivitalizzazione dell'accordo di pace in Sud Sudan era inizialmente prevista per il 27 agosto ma è stata successivamente rinviata a causa delle divergenze fra le parti. In particolare, la Ssoa ha respinto il ricorso al referendum come soluzione predefinita per risolvere la disputa sul numero di stati, mentre il Movimento di liberazione del popolo del Sudan (Splm-Io) di Machar ha espresso forti riserve in relazione al processo costituente proposto dai mediatori.
Lo scorso 5 agosto il presidente sud sudanese Salva Kiir e la fazione armata dell’opposizione hanno firmato nella capitale sudanese Khartum la parte dell'accordo di pace relativa alle questioni di governance e condivisione del potere in Sud Sudan. Alla firma dell’accordo hanno preso parte anche diversi capi di Stato africani, fra cui il presidente sudanese Omar al Bashir, il presidente keniota Uhuru Kenyatta e il primo ministro somalo Hassan Ali Khaire, oltre ai rappresentanti dell'Unione africana e dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad). Lo scorso 26 luglio le parti in conflitto in Sud Sudan avevano raggiunto sempre a Khartum un accordo “preliminare” sulla condivisione del potere, in base al quale il leader ribelle Riek Machar sarà reintegrato nel suo incarico di vicepresidente e sarà affiancato da altri quattro vicepresidenti, mentre è confermata la riduzione da 45 a 35 del numero di membri del governo, di cui 20 saranno espressione della fazione guidata dal presidente Salva Kiir e nove di quella guidata da Machar, mentre i partiti appartenenti all’Alleanza dell’opposizione del Sud Sudan (Ssoa), la coalizione dei partiti dell’opposizione non armata, si spartiranno le sei rimanenti poltrone.
Nelle scorse settimane il parlamento del Sud Sudan ha votato a favore della proroga fino al 2021 del mandato delle autorità di transizione, fra cui quello del presidente Salva Kiir, al fine di consentire al governo e al parlamento di continuare a guidare il paese durante il periodo di transizione ed evitare così un vuoto costituzionale. Lo scorso 28 giugno le parti in conflitto in Sud Sudan hanno firmato a Khartum un accordo quadro che prevede la liberazione di alcuni prigionieri politici, un cessate il fuoco “permanente” che sarà supervisionato dall’Unione africana e dall’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), l’istituzione di tre capitali (Juba, Malakal e Wau) per consentire una decentralizzazione degli organi di governo e la riabilitazione e messa in sicurezza dei campi petroliferi in collaborazione con il governo sudanese. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
(foto tratta dal web)
"Sono fermamente convinta che una Ue prospera possa esserci soltanto se veniamo a capo della questione migratoria e della partnership con l'Africa". Lo ha detto Angela Merkel ad Accra. "Questo non succederà attraverso l'isolamento", ha aggiunto.
Per Merkel è necessario che nel loro rapporto "Europa e Africa traggano vantaggio reciprocamente". Secondo la cancelliera, le cause dell'esodo devono essere combattute esattamente come gli scafisti. Il compito dell'Europa è dunque quello di proteggere le frontiere esterne, "ma avendo uno sguardo" anche sui vicini africani. (Fonte ANSA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Le case automobilistiche mondiali hanno abbandonato i fuoristrada "spartani" (stile vecchie Jeep e Land Rover) a favore dei suv, più confortevoli e accessoriati. Ma in Africa, dove c'è bisogno di fuoristrada dato il pessimo stato delle vie di comunicazione, i suv sono troppo costosi e troppo tecnologici per i meccanici del posto. Così, nel Continente nero si stanno moltiplicando le case locali (spesso con manager europei) che propongono fuoristrada economici e robusti, adatti per quei mercati.
La kenyana Mobius Motors (in attività dal 2014) ha portato sul mercato la sua seconda generazione del fuoristrada Mobius II, un vero 4x4 dalla robusta costruzione in metallo, alla portata, per le riparazioni, anche dei fabbri.
La produzione del modello della serie precedente - simile nel look e nella progettazione - era andata a ruba nel giro di pochi mesi. Ma nonostante il prezzo molto competitivo (meno di 9mila euro), il fuoristrada era stato criticato perché troppo spartano.
Ora il Mobius II viene venduto in tre allestimenti, tutti con un motore benzina 1.8 da 130 Cv - Cargo, Adventure e Adventure Plus -, con un prezzo che parte da 11mila euro.
Secondo gli ultimi dati disponibili (Oica 2014), ci sono 42,5 milioni di veicoli sulle strade africane, e i Paesi con i maggiori tassi di crescita annua sono il Kenya (+12%) e l'Etiopia (+10%), per un giro d'affari globale nel Continente - tra mezzi nuovi e usati - di 60-70 miliardi di dollari.
L'alternativa a veicoli di produzione locale sono le importazioni di mezzi usati. Questi ultimi però (ha sottolineato l'Onu) sono vecchi modelli con emissioni molto inquinanti. (Fonte ANSA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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