(foto tratta dal web)
Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di mantenimento della pace, Bintou Keita (foto in alto), ha elogiato gli sforzi dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) per raggiungere la pace in Sud Sudan, sottolineando al contempo la necessità di una “pace globale” che non si limiti ad un accordo bilaterale tra il presidente Salva Kiir e i leader ribelle Riek Machar. “Anche se il risultato degli sforzi regionali e internazionali per raggiungere una soluzione politica non è ancora chiaro, occorre ribadire che la pace sarà reale solo se l'accordo è inclusivo, equo e affronta le cause profonde del conflitto coinvolgendo tutte le parti interessate, comprese le donne e giovani”, ha detto Keita parlando nel corso di un briefing al Consiglio di sicurezza dell'Onu l’indomani della firma dell’accordo quadro che prevede, tra le altre cose, un cessate il fuoco permanente.
Il sottosegretario ha quindi invitato il Consiglio di sicurezza a fornire il suo “costante sostegno e impegno” per garantire che tutte le parti comprendano che la comunità internazionale sostiene un Sud Sudan e pacifico e che ci saranno conseguenze per coloro che continueranno ad alimentare il conflitto. Inoltre, il funzionario delle Nazioni Unite ha sottolineato che “mentre la dichiarazione affronta in generale tutte le questioni controverse, sono necessarie ulteriori discussioni per appianare i dettagli in modo da garantire che questa volta le parti attuino l'accordo attraverso un efficace meccanismo di attuazione”. Lo scorso 27 giugno il presidente Kiir e il leader dei ribelli Mashar hanno concordato un cessate il fuoco “permanente” entro 72 ore, nel quadro dei negoziati in corso a Khartum per porre fine alla guerra civile in corso nel paese.
“Tutte le parti hanno concordato un cessate il fuoco permanente entro 72 ore dalla firma del documento di Khartum”, ha dichiarato il ministro degli Esteri sudanese Al Dirdiri Mohamed Ahmed, prima che i leader rivali firmassero il documento, alla presenza del presidente sudanese Omar al Bashir. L’accordo prevede anche la liberazione di alcuni prigionieri politici. I punti dell’intesa includono oltre al cessate il fuoco, che sarà supervisionato dall’Unione africana e dall’Igad, l’istituzione di tre capitali (Giuba, Malakal e Wau) per consentire una decentralizzazione degli organi di governo e la riabilitazione e messa in sicurezza dei campi petroliferi in collaborazione con il governo sudanese. I colloqui di pace sono ripresi lunedì 25 giugno a Khartum con un nuovo faccia a faccia tra Kiir e Machar mediato dai presidenti di Sudan e Uganda, rispettivamente Omar al Bashir e Yoweri Museveni, dopo quello della scorsa settimana ad Addis Abeba. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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