Jambo Africa

Il Senegal ospiterà il prossimo World Water Forum

 

 

(foto tratta dal web)

 

Il prossimo World Water Forum, il più grande evento mondiale legato all’acqua, si terrà per la prima volta nell’Africa sub-sahariana. Il nono World Water Forum, organizzato dal World Water Council e dal governo del Senegal, si svolgerà infatti a Dakar la terza settimana di marzo del 2021. Il tema sarà “Water Security for Peace and Development” (Sicurezza idrica per la pace e lo sviluppo). L'evento mobiliterà leader mondiali, professionisti e società civile per affrontare il tema dell’accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari e alle questioni correlate in modo integrato. Secondo la comunicazione inviata all’Agenzia Fides, 319 milioni di africani sub-sahariani non hanno accesso all'acqua potabile e quasi 700 milioni non hanno accesso a strutture igienico-sanitarie sicure.
La nona edizione del World Water Forum vuole riunire i politici e gli attori coinvolti nei temi idrici di tutto il mondo per fare leva su un’azione collettiva per l'Africa e le altre regioni e per promuovere una forte cooperazione all'interno del continente e del resto del mondo per accelerare i progressi fatti verso gli obiettivi globali. Il cambiamento climatico continua ad avere effetti devastanti a livello globale. La siccità e le inondazioni sono aumentate in tutto il mondo e si prevede che peggiorino entro il 2030. Fondato dal World Water Council, piattaforma internazionale che riunisce vari soggetti coinvolti, il World Water Forum pone l'acqua al centro dello sviluppo globale e vuole essere una chiamata all'azione per garantire futuro alle risorse idriche. Le precedenti edizioni del World Water Forum si sono svolte a Marrakech (Marocco, 1997), L'Aia (Paesi Bassi, 2000), Kyoto (Giappone, 2003), Città del Messico (Messico, 2006), Istanbul (Turchia, 2009), Marsiglia (Francia, 2012), Gyeongju e Daegu (Corea del Sud, 2015) e Brasilia (Brasile, 2018). (Fonte Agenzia Fides)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Sud Sudan :Onu (Bintou Keita) chiede accordo di pace globale

 

(foto tratta dal web)

Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di mantenimento della pace, Bintou Keita (foto in alto), ha elogiato gli sforzi dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) per raggiungere la pace in Sud Sudan, sottolineando al contempo la necessità di una “pace globale” che non si limiti ad un accordo bilaterale tra il presidente Salva Kiir e i leader ribelle Riek Machar. “Anche se il risultato degli sforzi regionali e internazionali per raggiungere una soluzione politica non è ancora chiaro, occorre ribadire che la pace sarà reale solo se l'accordo è inclusivo, equo e affronta le cause profonde del conflitto coinvolgendo tutte le parti interessate, comprese le donne e giovani”, ha detto Keita parlando nel corso di un briefing al Consiglio di sicurezza dell'Onu l’indomani della firma dell’accordo quadro che prevede, tra le altre cose, un cessate il fuoco permanente.

Il sottosegretario ha quindi invitato il Consiglio di sicurezza a fornire il suo “costante sostegno e impegno” per garantire che tutte le parti comprendano che la comunità internazionale sostiene un Sud Sudan e pacifico e che ci saranno conseguenze per coloro che continueranno ad alimentare il conflitto. Inoltre, il funzionario delle Nazioni Unite ha sottolineato che “mentre la dichiarazione affronta in generale tutte le questioni controverse, sono necessarie ulteriori discussioni per appianare i dettagli in modo da garantire che questa volta le parti attuino l'accordo attraverso un efficace meccanismo di attuazione”. Lo scorso 27 giugno il presidente Kiir e il leader dei ribelli Mashar hanno concordato un cessate il fuoco “permanente” entro 72 ore, nel quadro dei negoziati in corso a Khartum per porre fine alla guerra civile in corso nel paese.

“Tutte le parti hanno concordato un cessate il fuoco permanente entro 72 ore dalla firma del documento di Khartum”, ha dichiarato il ministro degli Esteri sudanese Al Dirdiri Mohamed Ahmed, prima che i leader rivali firmassero il documento, alla presenza del presidente sudanese Omar al Bashir. L’accordo prevede anche la liberazione di alcuni prigionieri politici. I punti dell’intesa includono oltre al cessate il fuoco, che sarà supervisionato dall’Unione africana e dall’Igad, l’istituzione di tre capitali (Giuba, Malakal e Wau) per consentire una decentralizzazione degli organi di governo e la riabilitazione e messa in sicurezza dei campi petroliferi in collaborazione con il governo sudanese. I colloqui di pace sono ripresi lunedì 25 giugno a Khartum con un nuovo faccia a faccia tra Kiir e Machar mediato dai presidenti di Sudan e Uganda, rispettivamente Omar al Bashir e Yoweri Museveni, dopo quello della scorsa settimana ad Addis Abeba. (Fonte Agenzia Nova)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

E' stata aperta inchiesta sull' attentato di sabato scorso ad Addis Abeba(Etiopia) su ordine del premier Abiy Ahmed

 

 

Il primo ministro etiope Abiy Ahmed (foto in alto tratta dal web) ha ordinato l’apertura di un'inchiesta sull’attentato avvenuto sabato scorso durante un suo comizio ad Addis Abeba, che ha provocato la morte di due persone. È quanto riporta l’emittente televisiva statale “Ebc” secondo cui un comitato d’inchiesta che sarà istituito dallo stesso primo ministro dovrà indagare anche su quelli che Ahmed ha definito dei “complotti” messi in piedi per minare le riforme avviate dalla sua entrata in carica, tra cui le continue interruzioni dei servizi energetici e delle telecomunicazioni. Ieri il portavoce del governo, Ahmed Shide, parlando nel corso di una conferenza stampa ha avvertito che gli autori dell’attentato di sabato scorso potrebbero colpire ancora. “C'è il sospetto che queste forze, il cui tentativo è stato sventato, possano colpire di nuovo in diverse parti del paese”, ha detto il portavoce, invitando le istituzioni a vigilare durante le riunioni pubbliche e ad informare tempestivamente i servizi di sicurezza su eventuali attività sospette.

Per aiutare le autorità locali ad indagare sull'attentato, che ha provocato la morte di due persone, è arrivato martedì scorso ad Addis Abeba un team di esperti dell’Fbi inviati dal governo degli Stati Uniti. Secondo quanto annunciato nei giorni scorsi dal capo della Commissione federale di polizia Zeinu Jemal, almeno 30 persone sono state arrestate in relazione all’attacco. Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione è stata provocata dal lancio di una bomba a mano. Dopo la deflagrazione, che ha provocato il ferimento di oltre 150 persone, la manifestazione è stata bruscamente interrotta e il premier è stato portato via illeso dalla scorta. Entrato in carica lo scorso 2 aprile al posto del dimissionario Hailemariam Desalegn, il premier Ahmed – primo esponente di etnia oromo a ricoprire l’incarico – ha da subito avviato una serie di riforme fra cui la scarcerazione di migliaia di prigionieri politici, la fine dello stato d’emergenza, la normalizzazione delle relazioni bilaterali con l’Eritrea e la parziale liberalizzazione dell’economia etiope. (Fonte Agenzia Nova)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

Consiglio d'Europa (UE):per il premier Conte Europa più solidale e l' Italia è meno sola in materia di immigrazione

 

 

Da questo Consiglio europeo "esce un'Europa più responsabile e più solidale". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (foto in alto tratta dal web), in un punto stampa dopo l'accordo di stamattina alle 04:30 circa a Bruxelles sul paragrafo delle conclusioni del Consiglio europeo sull'immigrazione, dopo una nottata di negoziato. "L'Italia – ha sottolineato Conte – non è più sola". "E' passato il principio – ha spiegato il presidente del Consiglio – che il tema della regolazione delle migrazioni e della gestione dei flussi migratori deve essere affrontato secondo un approccio più integrato, come avevamo richiesto, che riguardi sia la dimensione esterna, sia quella interna, sia il controllo delle frontiere". "All'articolo uno – ha sottolineato Conte – è affermato il principio: chi arriva in Italia, arriva in Europa. All'articolo tre è affermato il principio che tutte le navi che solcano il Mediterraneo devono rispettare le leggi, quindi anche le Ong (Organizzazioni non governative)" e che "non devono interferire con le operazioni della guardia costiera libica. All'articolo cinque – ha aggiunto il presidente del Consiglio – c'è il principio di un nuovo approccio per quanto riguarda i salvataggi in mare.

D'ora in poi – ha spiegato – si prevedono azioni basate sulla condivisione, e quindi coordinate tra gli Stati membri. Sempre all'articolo cinque è prevista la possibilità di creare e di istituire dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco, e se nel caso il transito dei migranti, anche in paesi terzi, sotto il coordinamento e la cooperazione con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom)". "Un altro principio, all'articolo sei – ha aggiunto ancora Conte – è che in Europa d'ora in poi si possono creare anche dei centri di accoglienza nell'ambito degli Stati membri, ma solo su base volontaria", e che "quindi per i paesi che lo desiderano, e che vogliono attrezzarsi per farlo, ci saranno questi centri basati su una gestione collettiva europea".

All'articolo sette, invece, "si è finalmente affermato il principio del rifinanziamento del Fondo fiduciario per l'Africa, che ci torna particolarmente utile per le rotte dei migranti nordafricani". Conte ha anche sottolineato che all'articolo dodici "si afferma chiaramente la necessità di riformare Dublino, anche tenendo conto poi delle persone che vengono soccorse in mare". "Nel complesso – ha detto il presidente del Consiglio – veramente possiamo ritenerci soddisfatti. E' stata una lunga negoziazione". A chi chiedeva se l'Italia fosse pronta ad aprire i centri di accoglienza menzionati nelle conclusioni, Conte ha risposto che "è una decisione che ci riserveremo a livelo governativo, in modo collegiale. Direi che non siamo assolutamente invitati a farlo", ha aggiunto.  (Fonte Agenzia Nova)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Ministro degli Esteri francese oggi al Cairo (Egitto) per discutere della crisi libica

 

 

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian (foto in alto tratta dal web), è giunto oggi al Cairo per colloqui con funzionari egiziani sulla crisi in Libia. Lo riferisce l’agenzia di stampa “Mena”. La visita giunge dopo circa un mese dalla conferenza internazionale di Parigi sulla Libia organizzata dal presidente francese, Emmanuel Macron. Sebbene i partecipanti non abbiano firmato alcuna intesa, è stato raggiunto un accordo per svolgere le elezioni entro la fine di quest’anno. Inoltre, la crisi libica si è accentuata negli ultimi giorni a causa della cessione del controllo dei terminal della Mezzaluna petrolifera da parte delle forze del generale Khalifa Haftar alla Noc parallela del governo di Al Baida, non riconosciuto dalle Nazioni Unite.  (Fonte Agenzia Nova)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Grave incidente a Lagos (Nigeria):un camion cisterna s'incendia con un pesante bilancio di morti e feriti

 

 

(foto tratta dal web)

 

Almeno nove persone sono morte dopo che un camion cisterna, che trasportava petrolio, si è schiantato e si è incendiato su un ponte a Lagos, in Nigeria. Lo riferisce in una nota l'agenzia statale per la gestione delle emergenze, aggiungendo che una delle vittime era un bambino.Altre quattro persone sono rimaste ferite e 54 veicoli hanno preso fuoco.
Non è ancora chiaro cosa abbia causato l'incidente, avvenuto ieri sera. La nota precisa che polizia e vigili del fuoco sono sul posto per cercare di sgomberare la strada dalle auto distrutte, alcune delle quali ancora in fiamme. (Fonte ANSA

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

La "Caporetto" dell'Africa titola l'ANSA:tutte eliminate le squadre africane al Mondiale di Russia 2018

 

 

(foto tratta dal web)

 

La Caporetto dell'Africa. I Mondiali di Russia 2018 verranno ricordati anche per questo. Infatti non succedeva da Spagna 1982, 36 anni fa, che dopo la fase a gironi non ci fossero più squadre africane. Quella volta furono i Leoni Indomabili, dopo un chiacchierato pari con l'Italia, e l'Algeria, causa 'biscotto' tra Germania e Austria, a dover fare le valigie subito. In precedenza l'Africa aveva avuto sempre una sola rappresentante.

Poi, da Messico 1986, era sempre riuscita a piazzare almeno una nazionale nella fase a eliminazione diretta. La prima fu il Marocco, che vinse il gruppo F di quel torneo precedendo rivali del calibro di Inghilterra, Polonia e Portogallo. Dal Mondiale dopo, quello italiano del 1990, l'Africa si spinse ancora più avanti, con i Leoni Indomabili del Camerun, trascinati da Roger Milla, capaci di arrivare fino ai quarti di finale e sconfitti 3-2 dall'Inghilterra in un match al cardiopalmo.

Altrettanto ricco di emozioni fu Italia-Nigeria degli ottavi di Usa '94, con Roberto Baggio capace di ribaltare una situazione che sembrava disperata. Ancora le Super Aquile superarono la prima fase nel 1998, quando l'Africa ha avuto per la prima volta 4 rappresentanti (Marocco, Camerun e Sudafrica subito fuori). L'Africa ha sfiorato l'impresa di arrivare in semifinale anche nel 2002 con il Senegal, immeritatamente sconfitto 1-0 dalla Turchia nei quarti ad Osaka, e con il Ghana nel 2010 a Johannesburg, quando un intero continente spingeva le Black Stars, che persero 4-2 ai rigori contro l'Uruguay. Quella era stata anche la prima volta dei Mondiali in Africa, e la prima volta che una nazionale di casa, nello specifico i 'Bafana Bafana', non aveva superato la prima fase.

Nel 2006 e nel 2014 il continente nero non era andato al di là degli ottavi, nel primo caso con la solita Nigeria e nel secondo ancora con le Super Aquile e con l'Algeria, battuta con molti rimpianti dalla Germania poi campione. Quest'anno il bilancio è particolarmente deludente perché ci si aspettava molto di più da team come l'Egitto di Salah, che però è arrivato in Russia in imperfette condizioni fisiche (vedi finale di Champions), e il Senegal, eliminato a favore del Giappone solo per la conta dei cartellini gialli, mentre al Marocco non è servita la mossa di utilizzare giocatori di altri paesi ma con il doppio passaporto. Idem per la Nigeria, che però aveva nel girone rivali difficili come Argentina e Croazia. La Tunisia ha fatto ciò che era nei suoi mezzi: per le Aquile di Cartagine è già stato tanto esserci. (Fonte ANSA)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Kenya:un incendio in un mercato di Nairobi con un bilancio di almeno 15 morti

 

(foto tratta dal web)

 

Almeno 15 persone sono rimaste uccise e oltre 50 ferite in un incendio scoppiato in un mercato di Nairobi, capitale del Kenya. Lo riferisce la Bbc online. Il rogo è divampato nel cuore della notte, distruggendo numerose strutture. Ignote le cause del rogo. Si indaga in ogni direzione, inclusa quella di un possibile attacco incendiario. Il mercato all'aperto di Gikomba è uno dei più grandi di Nairobi e gli incendi sono piuttosto frequenti, precisa la Bbc citando lo Standard. Alcune vittime sono morte bruciate, altre intossicate dal fumo mentre cercavano di salvare le proprie cose. I feriti sono stati trasportati in diversi ospedali della città. (Fonte ANSA)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

No a hot spot in Algeria: è la riconferma del premier algerino Ouyahia

 

 

In Algeria “non verranno aperti centri di permanenza per migranti africani a beneficio dell’Europa”. È quanto dichiarato dal primo ministro algerino, Ahmed Ouyahia (foto in alto tratta dal web), durante una conferenza stampa tenuta oggi ad Algeri. Per Ouyahia, “alcune potenze straniere stanno esercitando pressioni sulle autorità algerine”. Tuttavia, la posizione dell’Algeria “è chiara”: il Paese “è fermo nella sua libertà di decisione”, ha evidenziato Ouyahia. Questi ha aggiunto che, per tale motivo, l’Algeria “viene attaccata da organizzazioni straniere”. Ouyahia ha sottolineato: “È il prezzo che il Paese deve pagare per la fedeltà ai suoi principi in politica estera e per la sua fermezza costante nel difendere l’indipendenza delle sue decisioni nel concerto delle nazioni”. (Fonte Agenzia Nova)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Il premier Conte a Bruxelles: dopo le parole dall'Europa (Ue) seguano i fatti

 

 

L'Italia "porta a questo Consiglio europeo una proposta che riteniamo assolutamente ragionevole, perché è pienamente conforme allo spirito e ai principi su cui è fondata l'Unione europea": lo ha detto oggi a Bruxelles il presidente del Consiglio dell'Italia, Giuseppe Conte(foto in alto tratta dal web), in arrivo per il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo dell'Ue. "In tutti questi anni", ha ricordato, ci sono state "molte manifestazioni di solidarietà. Oggi è un giorno molto importante. Aspettiamo che queste parole – ha sottolineato Conte – si traducano in fatti. D'altra parte – ha aggiunto – l'Italia non ha più bisogno di segni verbali, di attestazioni, ma ha bisogno di fatti concreti. Questa è l'occasione giusta. Da questo punto di vista questo incontro sarà uno spartiacque, per quanto ci riguarda. Sono disponibile a trarne tutte le dovute conseguenze", ha assicurato. A chi chiedeva cosa farà l'Italia se fosse pronta a mettere veto senza fatti concreti, Conti ha detto: "E' una possibilità che non voglio considerare, ma dovessimo arrivare a questo, sicuramente per parte mia non arriveremo a soluzioni condivise". (Fonte Agenzia Nova)

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)